Le proposte UIL per la scuola in 7 punti

La UIL Scuola ha rese note le proposte sulla scuola da sottoporre anche alla attenzione della politica, nella convinzione che servano azioni straordinarie ed il massimo della condivisione.

1) ORGANICI : al fine di accelerare le operazioni di preparazione del nuovo anno scolastico sarebbe opportuno confermare l’organico di diritto dell’anno scolastico in corso. In tal modo si eviterebbe di caricare sulle scuole e sugli uffici dell’amministrazione territoriale un lavoro che determina una serie di azioni che coinvolgono decine, forse centinaia di soprannumerari che possono non essere in grado, per le restrizioni o per altro, di adempiere a procedure che possono essere recuperate sull’organico di fatto.

2) MOBILITA: sbagliato usare le regole degli scorsi anni. Una mobilità con i blocchi quinquennali pensati prima della emergenza non più supportata dalle motivazioni che li hanno determinati, è palesemente un errore: un paese spaccato e distrutto non può mettere ostacoli e divieti, deve favorire al massimo la mobilità sia di chi è già in servizio, sia di coloro che saranno chiamati a coprire i posti di organico vacanti e disponibili; serve consentire al massimo la possibilità di tutti gli idonei del concorso 2016 e 2018 di optare per una assegnazione diversa dalla graduatoria in cui sono inseriti per le immissioni in ruolo. Per superare tali contraddizioni si rende necessaria la riapertura del CCNI specifico, servono condivisione e regole certe e semplificazione.

3) QUOTA 100: ci troviamo di fronte ad un paradosso perché ci saranno posti liberi ma non potranno essere disponibili per chi risulterà perdente posto in quanto sarà occupato da un neo immesso in ruolo con sede definitiva. Lo stesso principio varrà per quei docenti che non hanno potuto avere quelle sedi nelle normali operazioni di mobilità e sulle quali ( scuola o comune) magari vantavano anche altri diritti di precedenza e che ora si troverebbero scavalcati nel diritto. La Uil Scuola ribadisce e rivendica il diritto alla assunzione in ruolo e nello stesso tempo chiede di salvaguardare i diritti del personale già di ruolo che rivendica il rispetto delle norme stabilite con il CCNI sulla mobilità e rivendica che al docente neo assunto in ruolo, individuato con la procedura prevista dalla legge 159/2010, sia data, all’atto della nomina giuridica, una sede provvisoria, in modo da partecipare alla mobilità provinciale e concorrere con tutti gi altri docenti già di ruolo per avere la sede definitiva per l’anno scolastico 2020/2021.

4) CONCORSO STRAORDINARIO PER LE 24 MILA IMMISSIONI IN RUOLO: alla luce del periodo di emergenza, considerato che non sarà possibile indire concorsi per i prossimi sessanta giorni, il sistema prefigurato del concorso straordinario per chi ha maturato i tre anni di servizio deve essere modificato e sostituito da un concorso straordinario per titoli e servizio. Vista la situazione e la ampia disponibilità i 24.000 posti potrebbero persino essere aumentati. Sarà l’anno di formazione e prova di un intero anno scolastico che valuterà l’idoneità del docente alla funzione e alla stabilizzazione con la conferma in ruolo, all’esito della prova finale prevista dalla legge stessa.

5) ASSISTENTI AMMINISTRATIVI con tre anni di servizio facenti funzione di Dsga. Si rivendica come doveroso per loro un concorso riservato per soli titoli; più volte abbiamo rappresentato le loro ragioni e più volte abbiamo trovato ascolto e riscontrato condivisioni nei nostri interlocutori parlamentari, di Governo e dell’Amministrazione, purtroppo senza che siano stati prodotti i necessari atti legislativi.

6) DIDATTICA A DISTANZA E VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI: sarebbe opportuno, in questa fase emergenziale, non conferire valutazioni in quanto potrebbero rappresentare elementi di contenzioso e, in considerazione della validità dell’anno scolastico, predisporre interventi di recupero a settembre. Pur nella libertà di insegnamento i criteri da osservare dovranno essere quelli definiti all’interno della scuola. Dal momento che non è possibile svolgere le lezioni in modo ordinario, che è difficile rispettare sia quanto previsto dalla programmazione didattica che applicare i pieni parametri dei criteri di valutazione deliberati collegialmente, non è necessario assegnare voti, anzi e sconsigliabile. La valutazione finale ottiene garanzie dalla dimensione collegiale ed è effettuata dai docenti nell’esercizio della propria autonomia professionale, in conformità con i criteri e le modalità definiti dal collegio dei docenti e inseriti nel piano triennale dell’offerta formativa ma i collegi che hanno potuto adottare criteri per la valutazione sulla DAD sono in numero ridotto.

7) ESAMI CONCLUSIVI: si ritiene che l’ammissione venga data a tutti indipendentemente dai parametri previsti dalla attuale normativa e, sempre per legge, definire un percorso di esami che accerti la maturità del candidato, riducendo il numero delle prove scritte e le materie oggetto di accertamento anche per la prova orale. In considerazione della situazione la commissione interna con presidente esterno sarebbe più opportuna. Certamente appaiono in termini di legittimità assolutamente improponibili esami in modalità da remoto. L’attenzione alle discipline caratterizzanti, con commissioni interne, anche per il secondo ciclo, validate da un componente esterno, il cui compito è fondamentalmente quello di certificare i livelli di maturità complessivamente raggiunti dai candidati nell’intero percorso di studi. Al pari della già dichiarata eliminazione delle prove Invalsi, dell’accertamento sulle PCTO, va eliminata anche la scelta delle buste dalla prova orale del secondo ciclo.