LA STORIA DI… Telesforo

LA STORIA DI… TELESFORO è raccontata dalla direttrice di CNA Rieti, Enza Bufacchi:

Ci vorrebbe “un libro”, come dice Telesforo, per raccontare la sua storia. A dare inizio alla più antica fabbrica di fuochi di artificio di Rieti, quella dei Morsani, è il bisnonno Reginaldo nel 1880. E poi altre due generazioni: quella del nonno del quale porta il nome e quella di Bernardino, per tutti Dino, un nome impresso nei ricordi di tante persone che per decenni a cerimonie e feste hanno visto i fuochi e sentito i ‘botti’: Morsani era lui. Telesforo nasce e cresce e si appassiona al mestiere di famiglia “perché”, dice, “questo non è un semplice lavoro, ma un lavoro che ti entra dentro”.

Ma ciò che lo fa diventare tale, cioè che trasforma un destino familiare in una identità personale, è un episodio che accade a metà degli anni ‘90. Telesforo va per qualche mese in Canada e un giorno sulla metro vede la pubblicità dell’International des feux Loto- Quebec, più noto come “Festival des feux d’artifice de Montréal”, cioè della più importante e prestigiosa competizione pirotecnica del mondo. Guarda il manifesto e pensa: “Riuscirò mai a partecipare?”. “Restò lì come un sogno nel cassetto”, racconta, “ poi con tanto sacrificio, non solo siamo riusciti a partecipare, ma nel 2011 anche a vincere, siamo saliti sull’Olimpo e da allora abbiamo partecipato ai più importanti festival a livello mondiale: Montecarlo, Cannes, Hannover”. Tanta la voglia di fare e di innovare che già negli anni ‘80 aveva portato il padre ad unire spettacolo pirotecnico e musica, utilizzando “una centralina che consentiva di avviare simultaneamente i fuochi con la musica: i primi, e allora unici, a farlo in Italia”.

Telesforo eredita questa voglia di innovare che dagli anni ‘90, grazie al suo ingegno e alle nuove tecnologie, prima informatiche e poi digitali, consente di sincronizzare perfettamente lo spettacolo pirotecnico con la musica e la proiezione di grandi immagini. Nel 1999 sono chiamati ad allestire quello che resta uno degli eventi più prestigiosi della loro storia. In occasione della cerimonia di inaugurazione del restauro della facciata della Basilica di San Pietro, lo spettacolo della Pirotecnica Morsani e il “Te Deum” eseguito dall’Orchestra di Santa Cecilia si fondono in una partitura pirotecnica. Un trionfo!  Il successo si ripete qualche mese dopo quando, sempre a San Pietro, realizzano lo spettacolo per salutare il nuovo millennio.

Impossibile raccontare tutti i grandi eventi realizzati in tutto il mondo, impossibile raccontare la capacità organizzativa per mettere a punto contemporaneamente gli spettacoli di capodanno in dieci città. O quella per allestire il più grande evento pirotecnico d’Italia, La Luminaria di San Ranieri a Pisa: ventuno postazioni mobili sull’Arno su un percorso di due chilometri e mezzo, una scenografia unica per rievocare una tradizione che risale al 1300. C’è insomma da crederci quando Telesforo dice con una sintesi esaustiva “siamo stati i primi a fare tutto, tutti ci hanno copiato idee e progetti” e, anche quando non li hanno proprio copiati diciamo pure che “sono stati fonte di ispirazione”. Intanto che organizzava spettacoli, faceva “storiche litigate” con suo padre, ora in pensione, partecipava a programmi televisivi. Telesforo si è poi sposato con Lucia e ha avuto anche una figlia, Beatrice.

Fin qui gli anni di gloria, anche se non sono stati solo tali, perché nella storia dell’azienda c’è stato anche un drammatico incidente. Purtroppo gli ultimi due anni sono stati difficilissimi, il Covid ha ridotto del novanta per cento l’attività e quindi anche il numero delle persone, fino a dieci, che lavoravano. Ora l’unica preziosa collaboratrice è la segretaria Maruska. L’augurio è di tornare e andare oltre i precedenti successi, ai fuochi che rischiarano la notte, non solo come metafora.

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