SEBASTIANI, INTERVISTA A STEFANO GALLEA

Ultimo dei tre giorni di riposo concesso ai senior della prima squadra da coach Avenia, opportunità nata dal turno di riposo del prossimo weekend.

Stefano Gallea ne ha approfittato come altri compagni per tornare qualche giorno a casa, ma sulla via del ritorno a Rieti ha espresso volentieri qualche considerazione sullo stato delle cose per quel che riguarda la squadra e la sua stagione in amarantoceleste.

"Il campionato finora è andato bene e la squadra è in crescita – sostiene la guardia-ala – nella considerazione generale soffriamo ancora per lo sgambetto in casa che ci ha fatto Martina Franca".

"Una sconfitta difficile da spiegare, ma che non abbiamo archiviato come il classico incidente di percorso, ma come un’utile lezione. Prima e dopo abbiamo offerto buone prove, compresa l’ultima a Campobasso. Vittoria sofferta, ma che ha confermato la bontà del nostro lavoro in difesa, in una gara che a parte 90 secondi finali di difficoltà abbiamo sempre tenuto in pugno, fosse una persona fisica, sul banco degli imputati salirebbe il tiro da 3..".

"Anche per questo dico che l’ultima partita ha rappresentato un segnale importante, perché se vinci nonostante il 10% da 3 significa che hai altre qualità e alta capacità di reazione. Poi lo so che certe percentuali sono difficili da spiegare, soprattutto perché è il risultato di una serie di tiri presi bene, mai forzati".

In che cos’altro dovete migliorare?
"Certamente sulla distribuzione dei palloni. Dobbiamo sfruttare al meglio le nostre armi, che sono tante. Cercarci e trovarci di più e meglio".

Passando al personale, che voto dai alla tua esperienza reatina, finora? "Scusa, solo un’altra nota collettiva. Abbiamo giocato una partita e mezza senza Pugi. Non un’assenza da poco. In quanto a me, non sono contentissimo, perché dal punto di vista della continuità sono andato su e giù. Facile che stia pagando il calarmi in una realtà diversa da quella dell’anno scorso, quando giocavo un minuto a partita mentre adesso sono tornato ad essere chiamato a ruoli più da protagonista. Un cambio di mentalità ed anche di ruolo, visto che a volte gioco anche da 4. Ma il tempo lavora, per la squadra e per me".