Settore  ovicaprino in forte crisi con una perdita di oltre 250 mila capi, che  mette in allarme Coldiretti Lazio. A pesare sul comparto sono anche i  continui attacchi da parte  della fauna selvatica, che vengono segnalati costantemente dagli  allevatori. Molti di loro sono costretti a dormire in auto per evitare  che i loro capi vengano sbranati da branchi di lupi. Una situazione che  mette a rischio l’intera filiera, con aziende costrette  a fare i conti anche con la mancanza di manodopera. 
“Sono  numeri allarmanti che richiedono lo stanziamento di almeno 5 milioni di  euro per un piano di ricostituzione del patrimonio ovicaprino. Quella  ovicaprina, infatti, è  una filiera strategica per il Lazio, che necessita di tempo e  attenzione da parte dell’assessorato regionale all’Agricoltura”. Così  il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri.  
Il  piano di contenimento dei lupi deve prevedere il loro spostamento in  aree più idonee al loro habitat naturale, un monitoraggio e un piano  assicurativo attraverso un fondo mutualistico  che consenta lo smaltimento delle pecore uccise dai lupi.
 Un campanello di allarme è anche il prezzo del Pecorino Romano Dop, che resta comunque alto, nonostante questa situazione. “A  questo si aggiunge la questione del Cacio Romano – continua Granieri -. Proprio a maggio dello  scorso anno avevamo nuovamente sollecitato l’assessore all’Agricoltura, Giancarlo Righini, a riaprire il dossier da  troppo tempo fermo, nonostante  le ordinanze, come quella della Cassazione, abbiano segnato un’apertura  al suo riconoscimento del marchio Dop, che sia distintivo e  rappresentativo del Lazio. La sua mancanza penalizza fortemente la  nostra regione. Ma anche su questo piano, nonostante le nostre  continue sollecitazioni, è ancora tutto fermo”. 
Il  riconoscimento del marchio Dop del Cacio Romano consentirebbe di  valorizzare la filiera del latte e di tutto il settore zootecnico del  Lazio, favorendo  al tempo stesso il suo sviluppo. 
 La  vocazione della produzione della nostra regione è rappresentata  prevalentemente da quella lattiero casearia, con oltre cinquemila  allevamenti ovini. “A  rischio adesso c’è anche il loro futuro – conclude Granieri –  a causa dei danni subiti dagli  attacchi della fauna selvatica, con spese sempre più insostenibili per  far fronte ad una produzione, che non riesce neanche a coprire i costi  di lavorazione. Le aziende, inoltre, sono in affanno anche a causa della  carenza di manodopera”. 
In  merito alla pastorizia non dimentichiamo il ruolo che svolge la  pastorizia a salvaguardia e tutela del territorio, sia attraverso la  manutenzione  di aree verdi, che sarebbero altrimenti abbandonate all’incuria, sia  alla prevenzione di calamità naturale e segnalazione di incendi. Il  ruolo dei pastori è anche quello di sentinelle, rappresentano un piccolo  presidio di protezione civile, senza un aggravio  di costi per la pubblica amministrazione.  



 
                                    

