Caro Pepo, com’è andato il primo anno da allenatore in Paradiso?

Caro Pepo, è trascorso già un anno da quella partita infinita che ti ha strappato via da questa vita per donartene, probabilmente, un’altra, lontana e diversa. In quel match non c’è stato fischio finale, non ci sono stati supplementari nè i rigori. È rimasta una partita infinita come il ricordo che i tuoi cari, i tuoi amici e chi ti voleva bene, avranno di te.

Sicuramente hai già preso le redini del gioco ed hai la situazione in pugno: mister Battella insegna calcio anche a chi con i piedi non è molto bravo tanto quanto con i miracoli! A proposito: Come è andato il primo anno sulla panchina del Paradiso?

Sai, non c’è stato momento in questi ultimi 365 giorni nel quale uno di noi non ti abbia ricordato o nominato, la tua silente figura era una presenza importante ed insostituibile. E non è certo un anno assai strano qui sulla terra a farci dimenticare chi con il suo sorriso e le sue scafette nelle guance ha lasciato in noi un ricordo importante, da vero campione.

Vincendo l’affetto delle persone, Alfredo, hai vinto il trofeo più importante che ci potesse essere in palio. E lo hai vinto senza allenamenti, senza tattica, ma solamente col talento dell’anima che avevi innato.

Qui ti ricordiamo, ti commemoriamo, senza sapere dove tu sia e come passi il tuo tempo. Magari hai anche un corpo diverso da quello con il quale ti abbiamo conosciuto, forse ti chiamano anche con un altro nome, ma di certo quello che avevi dentro qui, te lo sei portato dietro. Ed è questa la cosa più importante.

Continueremo a ricordarti per non farti morire mai nella mente di chi è più distratto, preso dalla frenesia della quotidianità, dalla rabbia e dai rancori del vivere insieme. Ti ricorderemo come Pepo, il campione silenzioso.

Tu continua ad allenare qualche acerbo centrocampista di parrocchia, un attaccante dal destro miracoloso o un terzino che vola sulla fascia. Tanto lo sappiamo che sei un allenatore con… le ali!