Riportiamo la lettera inviata dalla vice presidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli al commissario Andor, sottoponendo la situazione della ristrutturazione aziendale della Schneider Electric.
La società multinazionale francese Schneider Electric, presente in più di 100 Paesi in tutto il mondo con oltre 110.000 dipendenti, 200 siti produttivi ed un fatturato globale che nel 2010 ha superato i 19 miliardi di euro, ha annunciato la volontà di voler chiudere lo stabilimento italiano di Rieti, licenziando ben 181 lavoratori diretti e mettendo a rischio l’occupazione di tutti coloro che sono impegnati nell’indotto.
Già in passato lo stabilimento in questione era stato oggetto di una ristrutturazione che aveva portato alla riduzione
Proprio per questi motivi, i sindacati italiani avevano sollecitato da più di due anni la Schneider Electric a pianificare una nuova “mission” produttiva, dal momento che era già nota la fine dell’attuale produzione in favore di una nuova linea in Bulgaria ed in Francia. Eppure, nonostante la già dimostrata disponibilità delle organizzazioni sindacali e quella espressa dalle Autorità locali italiane a sostenere la produzione e ricercare soluzioni alternative, la Schneider Electric è rimasta sulle sue posizioni confermando le scelte di carattere industriale e dunque la volontà di chiudere il sito di Rieti.
Tale volontà è stata ribadita nel recente incontro della scorso dicembre a Bruxelles tra i vertici europei della Schneider Electric, le organizzazioni sindacali italiane, i delegati italiani
Per tutti questi motivi, in vista del prossimo incontro del CAE in programma il 23 aprile 2013, le chiedo di poter verificare quali azioni possono essere intraprese a tutela e salvaguardia dei posti di lavoro oggi in pericolo e quale strategia la Commissione europea intende adottare nella prossima programmazione finanziaria 2014-2020 per fronteggiare tali situazioni che sempre più spesso interessano i siti produttivi europei.