Uil: Rieti svenduta a Viterbo, Melilli si ribelli a Renzi e Fioroni

Alvise Casciani UIL

“E’ chiaro che sia stato studiato tutto a tavolino. Un anno e mezzo fa la Provincia di Rieti doveva finire sotto la Provincia di Viterbo, poi non se ne fece più niente perchè tutte le province sono state declassate dal Governo Renzi.
Ma il progetto resta lo stesso: Rieti sarà “smembrata” tra Roma e Viterbo.
Andate a leggere i giornali della Tuscia, quello che dicono l’on. Fioroni (stesso partito di Melilli) e compagni.
E Rieti cosa fa? Cosa fanno il PD locale, Melilli, Refrigeri, Mitolo e l’intera politica?
Stanno tutti zitti per ordine di scuderia.
Ma Melilli e il Partito Democratico di Rieti cosa si sentono di dire ai loro elettori? Come giustificano questi diktat?”- afferma Alvise Casciani Segretario Organizzativo della UIL provinciale (nella foto).
“Lancio l’allarme perchè dobbiamo salvare il salvabile. Perchè quando si fanno gli accorpamenti è sempre Rieti che deve   cedere con Tivoli, con Terni, con Roma, adesso anche con Viterbo? La Regione Lazio come sta gestendo la partita? Perchè la Prefettura e la Camera di Commercio di Viterbo non vengono accorpate a quelle di Rieti? prosegue Casciani dalla UIL. Ma la partita più delicata è quella sulla Sanità, lo spostamento della Centrale Ares 118 a Viterbo e Magliano e i collegamenti Cotral via Autostrada e ferroviario Rieti, Terni, Orte, Roma.
“Si sta umiliando il nostro ospedale, il San Camillo de’ Lellis e sulla salute non si scherza. Si stanno umiliando i cittadini di questa territorio che non hanno un collegamento di trasporto con la capitale degno di questo nome. Vogliamo conoscere nei dettagli il destino del capoluogo sabino.
Come sindacato UIL rappresentiamo migliaia di lavoratori, cassintegrati e precari, vogliamo discutere sulla verità.
Non si può lasciar perdere. Negli anni hanno “denudato” Rieti: via la Scuola Sottoufficiali, via lo Zuccherificio, via l’Archivio Notarile, via gli Ospedali Amatrice e Magliano, via l’Acqua, Via l’Industria, via Salaria/Ferrovia, via l’Enel, via la Telecom, via l’Alcatel, via la Banca d’Italia, via l’aeroporto militare, declassificata la Verdirosi.
Ed ora anche la Prefettura e la Camera di Commercio. Diciamo basta, altrimenti si faccia un referendum per andare via dal Lazio.
Che senso ha restare con Roma e con Zingaretti?
Vogliamo parlare del futuro di questo territorio e mobilitare i cittadini. Chiediamo di diventare la terza provincia dell’Umbria o di entrare negli Abruzzi” – conclude Alvise Casciani.