Sisma, il Governo autorizzi l’AutoRicostruzione nel cratere

“A due anni e mezzo dai rovinosi terremoti che hanno colpito l’appennino centrale, finalmente sta partendo la fase di ricostruzione.

Il Decreto Ricostruzione (D.L. 17.10.2016 n.189) parte dal presupposto che tutto il processo edilizio debba essere condotto solo e soltanto da imprese professionali; sappiamo invece che ci possono essere anche altri modi per condurre dei cantieri, quali quelli dell’autocostruzione familiare, dove i proprietari prendono autonomamente parte alla ricostruzione delle proprie case, con l’aiuto di parenti, amici, volontari che operano a titolo assolutamente gratuito.

Alla luce di quanto previsto dal D.L.189/2016, tali cantieri, assolutamente legali secondo le leggi vigenti in materia, sono esclusi dai contributi statali.

A partire da diverse richieste ricevute da A.R.I.A. FAMILIARE, in collaborazione con il RAN (Research Action network) AutoRicostruzione di Emidio di Treviri, stiamo lavorando per fare in modo che un cantiere in autocostruzione familiare possa rientrare nella macchina della ricostruzione privata, accedendo ai fondi statali e quindi inserendosi in una procedura già avviata e complessa.

L’associazione A.R.I.A FAMILIARE (www.ariafamiliare.itinfo@ariafamiliare.it) da anni lavora in questo ambito, coordinando cantieri in tutta Italia e facendosi promotrice di questa iniziativa.

Perchè l’autocostruzione familiare per i cantieri del cratere?

Gli abitanti del cratere sono naturalmente autocostruttori: gran parte della popolazione colpita dal sisma del 2016 vive in aree rurali e montane ed è abituata a far da sé e a cimentarsi nelle attività più varie con naturalezza; gran parte del suo patrimonio abitativo è stato autocostruito nei secoli. Inoltre, in questi piccoli paesi, il senso di comunità e di appartenenza sono caratteristiche che ne hanno permesso la sopravvivenza; il sisma del 2016 ha invece contribuito ad accelerare un processo di spopolamento, le comunità si stanno sempre più disperdendo con danni ben superiori a quelli economici. La possibilità di accesso all’autocostruzione familiare rappresenterebbe una inversione di tendenza che vedrebbe le comunità riunirsi di nuovo intorno alla ricostruzione delle proprie case.

L’aspetto economico ha la sua notevole importanza. I cittadini del cratere che vorranno ricostruire secondo i criteri dell’autocostruzione familiare sono cittadini che chiedono di poter fare da sé, e che si impegnano a mettere, a titolo gratuito, la forza lavoro propria e di tutti coloro che gli daranno una mano a fronte di un finanziamento dello stato che ripagherà i materiali, gli oneri tecnici, la gestione del cantiere e dei volontari che ci lavoreranno, risparmiando quindi sugli alti costi della mano d’opera. Questo comporterà un evidente risparmio per lo Stato, in termini monetari, dell’ordine del 40% circa; soldi che potrebbero rimanere sul territorio abitato dagli autoricostruttori e destinato a finanziare progetti di ricostruzione di beni comuni.

Volontari in cantiere: è evidente che il volontariato sia stato fondamentale per le popolazioni del cratere che hanno visto distrutte le loro case e i loro paesi e che ha contribuito moltissimo a far fronte ai bisogni delle comunità locali nella fase emergenziale.

Come migliaia di persone sono accorse da tutta Italia subito dopo il terremoto per dare una mano e per alleviare le sofferenze e i disagi delle persone colpite dal sisma, altrettante e forse di più ne accorrerebbero per aiutare le persone a ricostruirsi la casa; questo darebbe nuova linfa alle comunità che, inutile negarlo, si sentono abbandonate dallo stato e dalle istituzioni che, dopo due anni dal terremoto, non sono riuscite a dare una risposta adeguata ai bisogni di comunità in forte sofferenza.

Formazione e lavoro: gli stessi volontari e gli autocostruttori, partecipando a questi cantieri, sotto il controllo e l’aiuto di figure specializzate, potranno conoscere un mestiere e formarsi in un ambito lavorativo ad alta richiesta nell’immenso cantiere che è il cratere del sisma. La possibilità di reinvestire queste conoscenze in un lavoro futuro, dà una prospettiva ulteriore in contrasto al forte spopolamento che queste aree stanno subendo.

L’autocostruzione, pensata come processo collettivo, è quindi uno strumento, un mezzo e non un fine, che vuole favorire l’autodeterminazione di chi abita un territorio. Attraverso questa pratica si vuole cercare di accorciare quella separazione tra l’uomo, la comunità e il suo territorio; aumentare e responsabilizzare il suo potere di gestione, trasformazione e governo del territorio.

L’autocostruzione genera quindi un bene materiale, la casa, ma un’infinità di beni immateriali: convivialità, coesione, solidarietà, mutuo aiuto, complicità e una enorme riappropriazione di un modo di abitare: abitare costruendo, costruire abitando.

Le responsabilità dell’autocostruttore in cantiere sono molte, ma è anche grazie all’esperienza della rete di A.R.I.A. FAMILIARE e dei tecnici che seguono questi cantieri, che possono essere gestite e possono essere superate le difficoltà.

Questo tipo di pratiche aprono nuove strade fondate sulla riappropriazione di una gestione diretta del territorio che si abita, sulla legittimità delle decisioni prese collettivamente e sull’importanza di pratiche condivise giorno dopo giorno. Questo processo quindi conduce a una maggiore consapevolezza, sia di come ognuno ha costruito la propria casa, ma anche di come la potrà manutenere, di quali materiali avrà usato e di dove li avrà comprati, sostenendo quindi economie locali; questo processo lascerà all’autocostruttore, così come a chi opera nel cantiere, delle competenze e dei nuovi rapporti, un rinnovato legame con il territorio che abita e avvierà un processo di formazione condiviso e reimpiegabile nel futuro di questi luoghi.

L’obiettivo a breve termine (entro il mese di Gennaio 2019) è quello di inviare un documento ufficiale al commissario straordinario, con la “ Richiesta di inserimento dei cantieri ubicati nella zona del “cratere” e condotti secondo la modalità dell’AUTOCOSTRUZIONE FAMILIARE tra quelli ammessi a contributo ai sensi del D.L. 10.17.2016 n.189 -Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016. (https://autoricostruzione.wixsite.com/nelcratere)

Per rafforzare tale richiesta abbiamo bisogno delle adesioni di comitati, reti, collettivi o singoli cittadini, che facciano sentire la loro voce e che ci sostengano in questo percorso.

E quindi invitiamo tutti a:
1. condividere il più possibile questo comunicato in tutte le forme;
2. partecipare agli incontri che stiamo organizzando sul territorio (https://autoricostruzione.wixsite.com/nelcratere/incontri) per promuovere l’autocostruzione familiare nella zona del cratere e in cui effettueremo anche una raccolta di firme in forma cartacea.
3. aderire alla raccolta firme online (https://autoricostruzione.wixsite.com/nelcratere/aderisci-1)
4. gli abitanti della zona del cratere, e colpiti dal sisma, interessati ad autocostruire o autorecuperare la propria casa con il modello dell’autocostruzione familiare, sono invitati a contattare il Gruppo AutoRicostruzione nel cratere all’indirizzo autoricostruzionenelcratere@gmail.com per compilare la scheda “Dichiarazione di Intenti per l’autocostruzione familiare” in cui l’aspirante autoricostruttore inserirà i propri dati ed una breve descrizione della propria situazione.
5. inviare una mail all’indirizzo autoricostruzionenelcratere@gmail.com chiedendo di essere inseriti nella mailing list.

Le firme raccolte in forma cartacea e online e le schede di adesione verranno allegate al documento ufficiale che verrà consegnato al commissario straordinario e serviranno per dare più forza alla nostra richiesta”.