RITEL, PIETRANTONI CGIL: DATORI DI LAVORO E DIRIGENTI HANNO ABBANDONATO LO STABILIMENTO

Tonino Pietrantoni CGIL Rieti

Quando si attraversa un momento difficile il tempo sembra scorrere maledettamente lento. Ciò vale anche quando si inizia una lotta dura e pesante come quella che i lavoratori di tutto lo stabilimento  Ritel si sono messi sopra alle loro spalle e che con il passare dei giorni scarica i suoi effetti sulla sfera personale, nei rapporti con i colleghi e anche nella famiglia.

I lavoratori sono in sciopero quindi senza paga e in tempi di crisi e di bilanci magri la questione è molto seria.

L’obiettivo della lotta è davvero molto serio perché se non raggiunto l’effetto immediato e pratico è l’avvio di una fase di messa in liquidazione e di chiusura dello stabilimento. Obiettivo al quale puntano in tanti purtroppo.

Con queste mie brevi considerazioni vorrei ringraziare tutti coloro che in questi giorni hanno manifestato solidarietà e sostegno alla lotta dei lavoratori e in particolare i mezzi di informazione locali e nazionali perché hanno aiutato a far sentire i lavoratori e il sindacato meno soli. Di questi tempi molti territori ci invidiano questa disponibilità mediatica e anche perché , secondo me, in tal modo vive una comunità territoriale e si rafforzano i vincoli dello stare insieme. E’ un aspetto molto importante per il nostro territorio, piccolo (come amano definirci a Roma) ma capace di fare grandi cose.

L’unica nota stonata, tra l’altro già evidenziata, è rappresentata dal comportamento dei “datori di lavoro” e dei “dirigenti “ della Ritel. Hanno abbandonato lo stabilimento, hanno lasciato incustodito l’impianto, le macchine e quelli che loro amano chiamare i collaboratori ( i lavoratori).

 Eppure in questi anni sia i proprietari che i dirigenti pare abbiano  guadagnato ( si dice parecchio) anche se, come stabilito negli accordi, non hanno rispettato gli impegni e non hanno saputo dare allo stabilimento una prospettiva mortificando la professionalità dei dipendenti e mettendo in discussione un patrimonio di grande valore.

Per questo auspico che il giorno 21 sappiano,  almeno nel chiuso di una stanza, fare un gesto coerente e profondamente utile a tutti : risolvere le loro beghe e i loro affari che nulla hanno a che fare con il futuro dei lavoratori della Ritel.

Auspico altresì che sappiano anche decidere di revocare gli attuali “dirigenti”.

Approfitto anche per chiedere ai Sindaci della provincia di far sentire in questi giorni la loro voce e far vedere la loro presenza attraverso ordini del giorno e riunioni di giunta e di consiglio di fronte ai cancelli della Ritel. Anche così si partecipa e si tiene unito un territorio e si conquista il futuro.