Di seguito la nota di un gruppo di docenti dell’Istituto Aldo Moro di Passo Corese che scrive alla redazione di Rietinvetrina, dopo i recenti fatti di cronaca che hanno visto coinvolti alcuni studenti (LEGGI).
“L’Istituto Aldo Moro di Passo Corese risponde: quando l’informazione cerca lo scandalo e dimentica la scuola che lavora! Nel tempo in cui vendere copie vale più di raccontare la verità nella sua complessità, anche il mondo della scuola diventa bersaglio di una narrazione sensazionalistica che finisce per oscurare la realtà quotidiana fatta di impegno, dedizione e responsabilità.
L’episodio avvenuto durante l’assemblea d’Istituto del Polo Didattico Aldo Moro di Passo Corese, pur essendo grave e meritevole di indagine, è stato raccontato con toni allarmistici che hanno messo in secondo piano il contesto educativo in cui è maturato. Vale la pena ricordare, inoltre, che i fatti risalgono a oltre due mesi fa: un tempo che rende oggi ancora più inspiegabile la scelta di riportarli sotto i riflettori, quasi a volerli riattualizzare a tutti i costi, anche a scapito della verità. È un evento su cui la scuola ha agito con tempestività e responsabilità, e di cui oggi ha poco senso continuare a parlare senza contesto.
Si parla di “rissa”, di “minorenni denunciati”, si evocano titoli e numeri in crescendo, costruendo una rappresentazione distorta e penalizzante dell’intera comunità scolastica. Eppure, la realtà dei fatti è più articolata: l’escalation è stata innescata da un piccolo gruppo di studenti, mentre tra i denunciati figurano anche ragazzi che avevano cercato di far rispettare l’ordine e che hanno semplicemente reagito, travolti dagli eventi.
Abbiamo quotidianamente l’opportunità e il privilegio di lavorare in un ambiente sano, stimolante, familiare. Un ambiente dove gli studenti sono parte attiva, dove la collaborazione tra docenti e alunni è concreta, quotidiana, costruttiva. Eppure un solo evento, peraltro subito segnalato alla polizia dalla scuola stessa con grande senso di responsabilità, è bastato per dare il via a una narrazione distorta e parziale, che ignora volutamente tutto il resto.
È troppo facile puntare il dito contro un singolo episodio e dimenticare che dietro ogni aula ci sono insegnanti che quotidianamente si fanno carico di problemi sociali, familiari, psicologici che spesso esulano dalle loro mansioni. Ma soprattutto è ingiusto cancellare con poche righe tutto ciò che gli studenti di questo istituto costruiscono ogni giorno con serietà e passione.
Potremmo citare moltissimi esempi di successo di autoregolamentazione delle attività da parte dei ragazzi: dalla settimana dello studente, ai molteplici progetti portati avanti in completa autonomia, fino alle attività di PCTO all’estero, che quest’anno hanno riscosso un enorme successo e costituito una straordinaria opportunità formativa, a costo zero, per centinaia di ragazzi.
Le iniziative promosse dalla scuola: incontri sulla legalità, progetti contro il bullismo, testimonianze di autori e professionisti, diventano nel pezzo solo note a margine, quasi giustificazioni a posteriori. Eppure sono il cuore pulsante del lavoro educativo. Sono la prova concreta che questa scuola non è un luogo di abbandono, ma uno spazio attivo di crescita, confronto e costruzione del senso civico.
Le scuole non sono bolle isolate dalla società: ne sono lo specchio. E ogni fragilità che esplode tra i banchi riflette disagi ben più ampi, che la scuola tenta di affrontare con gli strumenti che ha. Criminalizzare una scuola per un singolo fatto significa non solo colpire ingiustamente chi ogni giorno lotta contro il disinteresse e la sfiducia, ma anche deresponsabilizzare l’intera comunità adulta, che della crescita dei giovani dovrebbe farsi carico collettivamente.
Raccontare la scuola con onestà significa anche riconoscerne i limiti, certo, ma soprattutto valorizzare il lavoro silenzioso di chi, tra mille difficoltà, continua a credere nel potere dell’educazione. E questo lavoro merita rispetto. Non titoli ad effetto”. Così nella nota un gruppo di docenti dell’Istituto Aldo Moro di Passo Corese