NOME Officina Politica: “Alta velocità… verso dove?

“Perché Rieti dovrebbe essere interessata ad uno snodo della Alta Velocità ad Orte, quando i collegamenti stradali e ferroviari per raggiungere quella stazione sono incompleti od inefficaci? Interessa solo quelle poche decine di reatini che lavorano al Nord e (ancora) mantengono a Rieti il proprio baricentro di vita?

Anche dal punto di vista turistico, Orte come “Porta dal Nord” funziona poco se poi devi cambiare altri due treni (e che treni) per arrivare a Rieti.

E quindi? Perché sostenere una idea che poco c’azzecca con i problemi quotidiani del pendolarismo reatino, una battaglia “lontana” a cui, peraltro, larga parte della politica reatina sta dando un riscontro trasversale?

Dicono alcuni: “Se il sindaco Cicchetti si incatenasse per protesta sotto il ponte davanti alla galleria per Terni che è lì fermo da anni e anni per colpa della burocrazia e dell’immobilismo italiano, forse arriverei anche a sostenerlo”.

Hanno ragione entrambi: Chi dice che è utile soprattutto perché a costo zero e chi dice che cambia poco o niente. Però la cosa da dire è molto semplice: ben venga la fermata AV a Orte, che serve più ai ternani che ai reatini. Chi critica questa opzione però la smetta di dire che non serve a nulla e incalzi il sindaco perché , oltre che mettere il cappello sulle cose che non ha fatto lui, quando il risultato sarà ottenuto, non saprà cosa farsene, senza una linea ferroviaria decente che colleghi con Terni ed Orte.

Eccoci giunti al nocciolo della questione: se l’Alta Velocità ad Orte “serve” più a Terni o a Viterbo, perché Rieti dovrebbe appoggiare con convinzione questa questione?

Anzitutto, a fare sinergia con altri territori limitrofi, perché, nel momento in cui la TAV va ipotizzata per snodi, è interesse di Rieti avere lo snodo ferroviario, l’hub per l’Alta Velocità a servizio dell’Umbria a Orte, piuttosto che a Perugia.

E’ solo un tassello, minuscolo ma significativo, che indica una delle poche vie di uscita ipotizzabili per un futuro fosco all’orizzonte per la Provincia di Rieti. Siamo in procinto di perdere, entro 10 anni, il 20% della popolazione scolastica, e migliaia di abitanti. (http://www.nomeofficinapolitica.it/2018/08/31/rieti-provincia-anziana/ ; http://www.nomeofficinapolitica.it/2018/08/28/la-vuota-scuola/).

Possiamo certo cercare di attrarre pensionati romani per rallentare il trend demografico, ma se non riusciamo ad attivare, a breve, un sistema integrato territoriale di 2-300.000 abitanti a cavallo tra Lazio e Umbria, nessun governo nazionale, (giustamente!!!) vedrà utile un qualsiasi investimento sulle infrastrutture di un territorio morente.

Spostare il baricentro delle infrastrutture verso sud (anni fa si parlava dell’aeroporto di Viterbo!!) rispetto alla fallimentare scelta perugina, troppo vicina a Firenze, significa DARE UN SERVIZIO DI AREA VASTA A ROMA, cioè un hub logistico al di fuori, ma non distante, rispetto alle situazioni incancrenite di Roma.

Un sistema integrato Rieti – Terni (che si prolunghi a Civitavecchia da una parte, e risolva la questione della Rieti Torano dall’altra), potrebbe essere la rivoluzione, forse l’unica occasione per “defibrillare” un paziente morente e incentivare una vera svolta infrastrutturale per Rieti. Ecco perché il progetto AV va sostenuto. Non serve (solo) a Rieti, ma a tutta l’area. Oseremmo dire, la Salaria passa (anche) per Terni.

Sono questioni, di cui invitiamo la presa di coscienza pubblica, sollevate dalla rete di Associazioni CIVITER, www.civiter.it che a breve presenterà una iniziativa pubblica, occasione di discussione su temi di sviluppo territoriale.”

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