MANOVRA FINANZIARIA, PAGGI: LA DEMAGOGIA TRIONFA

Paggi, FLI Comune di Rieti

In relazione al rischio soppressione della nostra provincia, credo che un dato irrinunciabile sia la salvaguardia del nostro territorio e soprattutto dei posti di lavoro.

Ma ad onor del vero, tutta la classe politica (nessuno escluso) espressa in questi ultimi decenni, poco o nulla ha atto per valorizzare e rendere più produttiva,a ttraente e soprattutto estesa la nostra Provincia.

Oggi, quello che alcuni “ddetti ai lavori”paventavano, sta succedendo, un decreto legge di mezza estate produrrà, se non modificato o emendato, la polverizzazione del reatino con conseguenze neanche minimamente immaginabili.
Ora tutti i “big” (più o meno qualificati) della politica locale si affannano a criticare e osteggiare le scelte governative di questi ultimi giorni, spesso contraddicendo localmente quello che a livello nazionale è la linea del proprio partito.

Alla luce di quanto deciso dal governo la provincia di Rieti, alla fine del proprio mandato dovrebbe cessare di svolgere le proprie funzioni.
E’ questa una soluzione estrema e grave che forse andava evitata nel corso degli anni attraverso l’esercizio di una maggiore cultura della politica e delle istituzioni, che avesse come fine precipuo l’allargamento del proprio territorio,cosi da evitare le restrizioni e conseguenze del decreto legge.
Allo stato dei fatti, il suggerimento che mi sento di dare va nella direzione di ricercare forme sostanziali di solidarietà, mai registrate prima, a causa di una esasperata conflittualità che ha da sempre contraddistinto il nostro territorio nel corso degli anni,anche nei momenti difficili in cui sarebbe stata auspicabile una buona dose di confronto costruttivo.

Più volte, su grandi e delicatissimi temi (lavoro e sanità), il sottoscritto ha invocato la convocazione congiunta dei due massimi consessi (consiglio comunale e provinciale), ma nessun sindaco e nessun presidente della provincia si è degnato negli anni di riunirli, manifestando, a mio avviso, poca sensibilità istituzionale che sarebbe stata invece necessaria e dovuta.
Oggi un decreto legge con tutta la sua portata, fa diventare assolutamente indilazionabile una corale partecipazione e cooperazione per cercare soluzioni (disperate) che tutelino gli interessi del territorio e della sua comunità.
Sarà arrivato, forse, il momento di essere uniti e darci una mossa?