Lettera aperta a Luigi Cremonini patron dell'Inalca

Pubblichiamo integralmente la lettera aperta di Antonio Polidori Responsabile Flai Cgil di Rieti-Roma Est al Cavaliere del Lavoro Luigi Cremonini.
Egregio Cav Luigi Cremonini, mi permetto e mi prendo la libertà di scriverle questa lettera aperta per i gravi motivi che più avanti Le dirò.
Lasci che mi presenti, sono il Segretario Responsabile della Flai Cgil di Rieti-Roma Est Antonio Polidori.
Io La conosco per quello che ho sentito dire di Lei dalle persone dello stabilimento di Rieti, lavoratori e maestranze che seguo per conto della Organizzazione Sindacale di cui faccio parte.
Posso garantirle che qui, la gente di Rieti pensa che lei sia persona degna, dedita al lavoro ed agli interessi dello stabilimento.
Purtroppo per ragioni che non ci sono chiare lo stabilimento e tutta Inalca da alcuni giorni é dentro una vicenda incredibile ed inverosimile, una grande ed importante società si sta comportando con delle modalità che tanto si discostano dal suo stile e da quello che, appunto, é l’idea generale che qui hanno di lei.
Ovviamente mi riferisco alla situazione che si é venuta a creare dopo la cessazione dell’appalto con Euro2000 e King, sulle cui cause e ragioni non entriamo, ma che solo per senso di responsabilità dei lavoratori non ha portato al collasso l’azienda nel momento stagionale di massimo impegno produttivo.
Lei immagini centocinquanta famiglie, più di ottocento in tutta Italia, che dalle certezze del giorno prima, si sono viste catapultate in un futuro privo di certezze.
Non centinaia di fannulloni e perditempo, ma centinaia e centinaia di persone che ogni giorno concorrono con il proprio lavoro, con la propria fatica e col sudore a fare ricco il Paese e a sostenere la Sua azienda.
Questo il punto centrale, e la motivazione profonda di questa mia inusuale lettera, tutti, dalle rispettive posizioni abbiamo il dovere di mantenere il benessere e la civiltà di questo nostro paese, lo facciamo ciascuno con le prorie idee e con il proprio agire dentro una convivenza civile e la coesione sociale.
Adesso qualcosa si sta incrinando, non solo dentro Inalca, ma in Inalca ci sono maestranze, e dirigenti, e sindacati attenti al Lavoro, che si sentono sbalestrati dai fatti accaduti in questi giorni, non capiscono quello che sta succedendo e perché sta succedendo, e avvertiamo tutti la sensazione di una situazione che rischia di sfuggirci di mano ed il cui esito non avrà ne’ vinti ne’ vincitori, ma macerie, ed impoverimento ed arretramento.
Lei é uno che si é fatto da solo, come suol dirsi, e immagino possa capire cosa voglio dire.
Faccia chiarezza, presto, per riportare Inalca nel solco della sua tradizione, che sicuramente ha visto momenti di scontro, anche aspro, ma che ha sempre avuto l’obiettivo di avere una azienda forte, competitiva, con all’interno professionalità invidiate, e non ultimo attenta ai diritti dei lavoratori e del lavoro, e se questo dovesse significare di dover cacciare i mercanti dal tempio, che sia pure, ma abbiamo assolutamente bisogno che sia ristabilita quella normalità che qualcuno ha voluto che saltasse il 28 di maggio 2015.
Antonio Polidori