I reatini e la lettura

Il grande storico Marco Terenzio Varrone nacque a Rieti (o in alta Sabina) nel 116 a.C. e per tale motivo è detto Reatino, cita Wikipedia in relazione a questo esimio personaggio. Per la cronaca, Marco Terenzio Varrone morì in età avanzata nel 27 a.C. lasciando ai posteri 620 libri suddivisi in circa settanta opere. Si tratta di una mole notevole, capace di intimorire qualsiasi lettore di buona volontà in ogni tempo. Ma se consumare 620 libri, seppure nel corso di una vita intera, è un’impresa notevole, una domanda sorge spontanea: quanto legge oggi un reatino? Prima di rispondere, scorriamo i dati presenti nel sito wisiva (http://visiwa.net/libri-in-italia-lettura-infografica/): ogni anno in Italia si stampano 3,5 copie per abitante, ma il 46% della popolazione legge a malapena un libro all’anno.  Il lettore tipico è donna nel 51,9% dei casi mentre è Milano la città dove si consuma di più indipendentemente dal formato (cartaceo o digitale). Le statistiche hanno il merito di presentare un quadro generale che però ha il vizio di appiattire la realtà di cui interessanti sfumature emergono dalle considerazioni dei gestori della libreria Moderna:
Partiamo innanzitutto dal dato che in Italia si legge poco, dunque anche a Rieti. I numeri sono bassi e soprattutto sono bassi tra i giovani. Questo è un dato inconfutabile.
La nostra esperienza di librai però ci fa dire che esistono dei lettori “forti”, persone che entrano settimanalmente in libreria e che sono assolutamente informate sulle uscite che si susseguono. Sono lettori “pretenziosi”, sono lettori che approfondiscono e che non si lasciano convincere dalle classifiche stilate dai quotidiani o dai giornali on-line, ma che ricercano libri “diversi”, un po’ più particolari, magari di case editrici di qualità, quelle case editrici che trovano meno spazio nelle recensioni dei giornali e negli scaffali dei megastore dei libri, quelle case editrici che, fortunatamente, ancora ricercano prima di proporre, che non badano solo alla vendita pura e che danno spazio a voci “diverse” della cultura mondiale.
Sarebbe bello che questo virus si diffondesse e cominciasse a circolare di più. Potremmo sviluppare maggior senso critico e più consapevolezza della bellezza che in Italia non manca.
A questa testimonianza si può affiancare l’esperienza rappresentata dal gruppo di lettura che frequenta la Biblioteca comunale Paroniana, un agglomerato che annovera tra i partecipanti lettori onnivori di tutte le età, ben informati sulle novità ma anche capaci di provare curiosità per pubblicazioni meno blasonate. Non solo l’obiettivo di fagocitare un libro al mese viene qui puntualmente raggiunto, ma in sede di discussione vengono condivise idee e impressioni spesso coadiuvate da ricerche analitiche su quotidiani e riviste.
Altro elemento di rilievo, il Premio letterario città di Rieti che ospita ogni anno cinque autori di alto livello, messi sotto torchio da una giuria indigena che formula domande circostanziate e pertinenti sull’intreccio ma anche di natura tecnica.
Rieti, dunque, una città di provincia che tutto sommato non si tira indietro quando c’è da sfogliare, dove forse si comprerebbe di più se il bilancio familiare lo consentisse.
Tornando alle statistiche, la percentuale di lettori tra i 6 e i 17 anni che nel 2013 ha letto almeno un libro nel tempo libero (dunque escludendo i testi scolastici) è del 57,9% mentre otto anni fa si assestava intorno al 50,2%. Dunque non è un caso se molti miei amici ribadiscono il fervore con cui i figli si immergono nella carta stampata. In conclusione, esistono buoni motivi per non essere scontenti dei lettori nostrani e date le premesse, ottime possibilità che in futuro qualcuno delle nuove generazioni, passando per piazza Oberdan, incrociando lo sguardo bronzeo di Marco Terenzio Varrone, padre della romana erudizione, abbia voglia di dare una scorsa veloce ad almeno uno dei suoi capolavori.