FELICE COSTINI: SINDACO METTICI DEL TUO

Felice Costini Area Rieti-Prima l'Italia

Certo che se dal mattino si deve giudicare la giornata, l’alba della sindacatura Petrangeli sembra promettere nuvole e pioggia. L’enfant prodige della sinistra reatina si trova costretto ad usare fino all’ultimo giorno utile per annunciare la giunta, in compagnia con un altro campione del nuovo, il sindaco grillino di Parma, a dimostrazione, che al di là dei proclami e dei buoni propositi, la difficoltà di mediazione tra interessi diversi non è una prerogativa dei politici di lungo corso.

Anche i nomi che trapelano rappresentano l’immagine di una coalizione estremamente frammentata, di un Sindaco prigioniero di rivendicazioni ed aspirazioni difficilmente conciliabili.

Da una parte i compagni duri e puri di PdCi e Rifondazione, pregustando la rivoluzione di ottobre imminente, chiedono una poltrona per rappresentare i lavoratori (e quindi gli altri chi dovrebbero rappresentare, i padroni); i gruppettari della lista civica, in nome del nuovo a tutti i costi, fanno interdizione sui “vecchi”, Bigliocchi e Massimi, che dal canto loro tentano di spiegare che l’amministrazione di un comune non è un gioco di ruolo, e che un minimo di esperienza potrebbe essere utile.

Al bilancio abbiamo visto sfilare prima l’immancabile Daniele Mitolo, poi il socio Coccia, poi l’immancabile super tecnico Bellini (forse per gli ottimi risultati ottenuti alla ASL) ed infine il professore universitario, trandy, compagno, ispiratore di una qualche teoria sperimentale per risolvere in senso popolare, partecipato e sociale la crisi del mondo.

Per l’urbanistica assistiamo ad una disfida tra clan di professionisti alla ricerca di rivalse rispetto alle gestioni precedenti, proseguendo quella guerra tra lobby che da sempre ha caratterizzato il mondo dei professionisti reatini. Ma forse il sintomo più preoccupante dell’inesperienza e (almeno così sembra) dell’insicurezza del neo sindaco è rappresentata dalla gestione del dramma precari. In pochi giorni abbiamo visto annunci diversi tra loro, un giorno di speranza, il giorno dopo di chiusura, un giorno legalisti, il giorno dopo da sindacalista; abbiamo visto prospettare soluzioni una più astrusa dell’altra, che hanno portato ad unico risultato concreto: l’apertura di uno scontro tra dipendenti con contratto a tempo indeterminato e precari appunto, nel miglior stile della guerra tra poveri in salsa neo classista.

Ancora oggi non abbiamo sentito una parola sul ruolo dei dirigenti, che qualche responsabilità dovrebbero avere in questo disastro politico amministrativo lasciato dalla precedente giunta, perché se la politica ha mal operato, qualcuno però le cattive scelte le ha firmate ed avvalorate; ancora oggi non si riesce a capire chi siano e cosa facciano questi 200 precari, se siano utili e funzionali alla vita del comune, se siano legati a progetti, e se si se questi progetti siano stati realizzati: ci sarà pure una differenza tra un architetto od un geometra che suppliscono a carenze di pianta organica fondamentali per la vita di un ente, ed il controllore dei giardinieri? Eppure nulla di tutto questo è stato analizzato, preso in esame, affrontato.

L’impressione è che il neo sindaco sia in balia dei consigli oggi dell’uno domani dell’altro, e balli tra posizioni inconcludenti ed a volte eccessivamente fantasiose. Forse, egregio signor Sindaco è giunto il momento che ci Metti del Tuo, dimostrando concretamente in cosa consiste il nuovo che vuoi rappresentare.