DEL BUFALO IDV SULL'ABOLIZIONE DELLA PROVINCIA DI RIETI

Provincia di Rieti

Come al solito i professionisti della politica, coloro che vivono solo in virtù delle cariche elettive che riescono ad avere con i loro inciuci e si comportano come se avessero un mandato a vita per rappresentare gli altri, si sono subito distinti nel criticare l’abolizione della provincia di Rieti, senza pensare, minimamente, all’opportunità che si profila per una profonda e più razionale riforma dell’organizzazione istituzionale dei nostri territori.

A tale proposito, ritengo necessario esprimere il mio personale compiacimento perché, finalmente si può discutere di una riforma dell’organizzazione dello Stato a partire dalla SOPPRESSIONE DI TUTTE LE PROVINCE, come proposto dal nostro Partito, accompagnato dall’accorpamento di Regioni inutili come il Molise, l’Umbria, la Liguria e la Basilicata e dei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti. Sarebbe opportuno, cogliere questa grande occasione per proporre una serie di referendum a partire da quello per aggregare l’attuale territorio provinciale alla regione Umbria guardando alla creazione di quella che molti studiosi ritengono più razionale, la futuribile Grande Marca Adriatica comprendente le regioni Marche, Umbria, Abruzzo e Molise, fino ad arrivare a proporre referendum territoriali per accorpare zone che non hanno più niente a che vedere con l’appartenenza attuale come la frazione di Fuori Dazio che geograficamente appartiene al comune di Monopoli, ma fa parte a tutti gli effetti dell’abitato di Poggio Mirteto.

Il nostro paese continua ad essere bloccato da una serie di lobbies, compresa quella dei politici che non sono in grado di guardare oltre un palmo dal loro naso (=interesse) e pensare al futuro dei cittadini, soprattutto quelli più giovani che continuano a pazientare nella disoccupazione.

So bene che “lorsignori” bolleranno questa idea come approssimativa e semplicistica e penso anche che non si arriverà ad alcuna modifica. Basta guardare il testo del D.L. 138 che a tal proposito recita testualmente: “sono soppresse le Province diverse da quelle la cui popolazione rilevata al censimento generale della popolazione del 2011 sia superiore a 300.000 abitanti o la cui superficie complessiva sia superiore a 3.000 chilometri quadrati”, per capire la fretta e l’approssimazione degli estensori. Per salvare Sondrio (Lega) e Grosseto (Matteoli) hanno aggiunto un “o” che avrebbe dovuto essere un “e” altrimenti decadrebbero anche le province di Napoli e Milano.

Non si capisce, inoltre, come dovrebbe essere indetto il referendum di cui al comma successivo che dice: “i Comuni del territorio della circoscrizione delle Province soppresse esercitano l’iniziativa di cui all’articolo 133 della Costituzione al fine di essere aggregati ad un’altra provincia all’interno del territorio regionale, nel rispetto del principio di continuità territoriale”, in quanto la nostra provincia confina sia con la provincia di Roma che con quella di Viterbo, per cui si potrebbe avere una situazione paradossale per cui, ad esempio, il comune di A potrebbe chiedere di passare con Roma e i comuni confinanti con Viterbo, creando una situazione caotica a macchia di leopardo, perché, allo stato attuale sono i consigli comunali che decidono, senza alcun altro vincolo.