Dall’Islanda all’isolamento fiduciario a Rieti. Il racconto di Enrico

La redazione di Rietinvetrina è stato contattata da un concittadino che di rientro da un viaggio di lavoro sta cercando di contattare i numeri telefonici dell’ASL per comunicare il suo rientro in provincia di Rieti.

Enrico, come da disposizioni governative, ha tentato di sentire gli operatori della ASL di Rieti per sapere cosa sia meglio fare. Per la sua sicurezza e per quella degli altri, ha deciso di rimanere in casa in isolamento fiduciario.

Enrico, ci ha raccontato il suo itinerario e l’esperienza nei vari aeroporti nei quali ha fatto scalo:

Partenza 13 marzo
Reykjavik (Islanda)
Nessun controllo all’ingresso in aeroporto, nessuna restrizione.

Primo scalo Cracovia (Polonia)
Durante il volo ci hanno consegnato un format dell’autorità polacca dove chiedevano i dati personali, i dati di alloggio, i dati della persona da contattare in caso di emergenza.

All’arrivo in aeroporto sono entrati a bordo persone, presumibilmente dell’esercito, con termometri laser e hanno misurato ad ogni passeggero la temperatura, registrando la stessa sulla scheda precedentemente utilizzata e al sedile di riferimento.

All’interno del terminal (Cracovia) nessuna restrizione, nessuno con mascherina.

Cracovia – Monaco
Nessun controllo né a bordo né all’arrivo in aeroporto. Nessuna restrizione nell’aeroporto tedesco. Solo qualche locandina delle norme igieniche da rispettare, in qualche bar ho visto dispenser per i sanificanti. Nessuno con mascherina o altro DPI.

Monaco – Roma Fiumicino
Quasi tutti italiani che arrivano un pò da tutti i continenti, essendo questo volo uno dei pochi rimasti aperti con Roma. I passeggeri italiani tutti con mascherina, personale di cabina niente.

Arrivo a Roma
Termoscanner al terminal. Guarda di Finanza e suore della Croce Rossa registravano i passeggeri non italiani, mentre gli italiani venivano invitati al rientro immediato presso il loro domicilio. Nessun locale aperto all’interno del terminal romano.

“Per chi come me che viaggia di media due volte al mese, vedere l’aeroporto deserto mi ha davvero fatto capire la drammatica situazione nazionale” conclude Enrico.