Cristo è resuscitato per donarci la vita eterna. E’ questo il vero significato della Pasqua

Come ogni anno, viviamo i brevi giorni convulsi che ci separano dalla Pasqua dividendoci tra gli obblighi sociali degli auguri e dei doni, e le esigenze organizzative della famiglia e della casa, quasi che fossimo reduci davvero da una Quaresima di austera penitenza.

In questo modo, frenetico e superficiale, rischiamo di perdere di vista i valori più autentici e profondi della Pasqua, festività cristiana ancor più antica di Cristo, metafora ben augurante della vita umana. Il mondo ebraico festeggiava da secoli la Pasqua il 14 del mese di nisan per far memoria del viaggio intrapreso da Mosè alla guida del suo popolo per mettere fine alla schiavitù in terra d’Egitto, culminante nel passaggio del mar Rosso.

Gli Ebrei si disponevano a celebrare il rito memoriale nutrendosi di erbe amare, pane azzimo, agnello alla brace, pronti a riprendere il cammino dei patriarchi e dei profeti sull’esempio di Mosé.

Ed anche Gesù, la sera del 14 di nisan di quasi duemila anni fa, chiese ospitalità per poter consumare la cena rituale insieme con i suoi. È proprio qui che la storia cambia la propria traiettoria, non più ciclicamente ripetitiva ma vettoriale, orientata verso l’eternità. Durante la cena, é il destino di Giuda Iscariota a compiersi, non il destino di Gesú. Corrotto dai farisei, Giuda vende il Maestro per trenta denari. Pentito, cerca un vano riscatto nel suicidio.

Per Gesú, inizia invece l’agonia della mente, l’eterno conflitto tra l’essere e il dover essere che non è estraneo alla sua duplice natura: la desolata meditazione nell’orto degli ulivi, l’abbandono subito da parte di Pietro, e poi il processo, la sentenza di morte pronunciata a gran voce dalla folla, l’indifferente distacco di Pilato procuratore della Giudea, la salita al Golgota… Un destino già scritto

Ma il primo giorno dopo il sabato, da allora in poi, dies Domini, il giorno del Signore, Cristo risuscitò da morte restituendo l’umanità alla prospettiva della vita eterna. Sia questa consapevolezza, per tutti noi, a dare valore autentico a questa Pasqua.

Ileana Tozzi