Coronavirus, il medico reatino Christian Di Pietro in prima linea nel centro soccorso Covid Bellaria

Rietinvetrina.it vuole raccontarvi una bella storia fatta di coraggio, dedizione al lavoro, passione, studio e competenza, messa in campo da un reatino in questi mesi di ansia e preoccupazione date dalla pandemia Coronavirus.

Vi raccontiamo la storia del medico reatino Christian Di Pietro (nella foto) del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, già nell’equipe che ha avuto in cura nel reparto di ematologia l’allenatore del Bologna Calcio, Siniša Mihajlović (LEGGI), che in questa delicata fase per il nostro Paese ha deciso di spontanea volontà di farsi trasferire nel centro Covid Bellaria, in Emilia Romagna.

Christian, cosa fai nello specifico?
Attualmente sono assunto presso il centro Covid Bellaria, presso un reparto neoformato di oltre 60 posti letto. Finita l’emergenza tornerò in ematologia.

Le persone positive al test da dove vengono principalmente?
I pazienti sono soprattutto bolognesi e delle zone circostanti

Quanta paura si percepisce?
La paura innegabilmente c’è e la si percepisce sia dentro che fuori l’ospedale, ma noi sanitari teniamo sempre un alto livello di attenzione.

Quali sono i dispositivi di sicurezza che usate in terapia intensiva oltre a mascherina e guanti?
Nel reparto dove mi trovo adesso ci sono DPI adeguati. Il reparto è organizzato in una sezione sporca e una pulita, e noi medici lavoriamo in coppia parallelamente (uno dentro la zona sporca munito di DPI specifici) e uno nella zona pulita che può aggiornare le terapie e le cartelle (anche lui con DPI adeguati al rischio connesso alla zona pulita). Per quanto riguarda i DPI da indossare nello specifico sono in linea con quelli consigliati: mascherina fp3 e sopra mascherina chirurgica, doppio paio di guanti, occhiali, camice idrorepellente, gambali e calzari indossati e tolti secondo un ordine preciso e in aree designate.

I bolognesi rispettano i dettami impartiti dallo Stato sullo stare a casa?
I bolognesi sono abbastanza attenti alle regole da quel che vedo: quando mi reco a lavoro lo scenario è quasi lunare

Quante persone sono guarite e quante sono morte?
Difficile fare una stima in numeri. Sicuramente la popolazione più duramente colpita è quella anziana e le persone con pregresse comorbilità (più patologie esistenti contemporaneamente ndr)

In questa situazione come vivi la lontananza dalla tua città Rieti?
La lontananza da Rieti è sempre difficile e mi sarebbe piaciuto lavorare per la mia città in questo momento, ma lavorando tutti i giorni in ospedale non sarebbe stato un comportamento corretto tornare a casa quando ancora possibile. Ero ben consapevole dell’alto rischio di favorire la diffusione del virus. Mi auguro vivamente che la situazione si risolva presto!

Da medico cosa auguri a bolognesi e reatini?
Da medico mi auguro di poter aiutare più persone possibili. In ematologia siamo abituati ad avere a che fare con pazienti immunodepressi che possono sviluppare infezioni polmonari assai gravi e questo mi ha spinto a voler dare una mano dove ce n’era più bisogno. Ovviamente da imparare c’è molto per tutti, ma si stanno facendo velocemente dei progressi e questo mi rende fiducioso. Sono convinto che il nostro impegno associato alla collaborazione delle persone che restano a casa ci aiuteranno a far si che andrà veramente tutto bene. In ultimo vorrei mandare un messaggio di cordoglio alle persone che hanno perso un caro non potendogli stare vicino.

La redazione di Rietinvetrina ringrazia il dottor Christian Di Pietro per l’egregio lavoro che sta svolgendo assieme a tutto il centro Covid Bellaria.