CGIL: LE RAGIONI DELLO SCIOPERO DI VENERDI 6 MAGGIO

CGIL Rieti

La Camera del Lavoro della CGIL di Rieti continua, in questi ultimi  giorni, la campagna informativa sulle ragioni dello sciopero programmato dalla CGIL nazionale per il prossimo 6 maggio, con manifestazioni territoriali e quindi anche a Rieti.

Le motivazioni dello sciopero spiccano, sintetizzate, nei manifesti affissi il tutto il Paese.

Il 6 maggio si sciopera per un fisco diverso, più occupazione, per un Governo che si occupi davvero del Paese, per il sostegno ai pensionati, per dare un futuro ai giovani, per fermare la precarietà, per uno stato sociale forte e sicuro, perché ci siano investimenti nella conoscenza, per chiudere la stagione degli accordi separati, perché sia restituito ai lavoratori il diritto di decidere sui propri contratti.

A Rieti e nella nostra regione le difficoltà sono esasperate per  “la vera faccia della sanità del Lazio”.Le scelte della giunta Polverini  hanno generato più tasse per i lavoratori e pensionati (+ 22% di Addizionale IRPEF), aumento dei Ticket per i disabili. A fronte dei maggiori oneri si avranno meno servizi con la chiusura di ospedali e diminuzione di reparti e posti letto, senza aumento dei servizi territoriali, aumento delle liste d’attesa e diminuzione di medici ed infermieri. Nel territorio reatino, la probabile conseguenza sarà anche la  sottrazione di ulteriori cento posti di lavoro tra i precari della Sanità.

La giornata di mobilitazione pone al centro problematiche  reali del Paese e del territorio che solo chi “non vuol vedere” può negare.

Sono al centro i bisogni reali dei cittadini, quei bisogni sui quali quotidianamente si cerca di distogliere l’attenzione da parte di un governo che, sistematicamente, mette in scena teatrini, spesso poco edificanti, sufficienti a riempire pagine di informazione senza che mai si parli di lavoro, occupazione, precarietà e situazione economica delle famiglie italiane.

Si nasconde l’arrivo di manovre finanziarie dell’ordine di 35-40 miliardi di euro per permettere all’Italia di rimanere in Europa secondo il nuovo patto di stabilità che include il debito (e non più solo il defit) nei parametri. Chi pagherà?

Inoltre, in questi giorni, la dichiarazione del premier ,in una conferenza stampa, in merito al nucleare: “Se fossimo andati oggi al referendum, non lo avremmo avuto in Italia per tanti anni”. Così il governo, per sabotare il referendum ha giocato prima sulla “moratoria sull’atomo” e poi con una recente proposta normativa, sta tentando di mascherare con norme di rinvio le reali intenzioni di realizzare centrali nucleari evitando il pronunciamento popolare.

E’ evidente che il tentativo di approvare norme che farebbero saltare il referendum sul nucleare rappresenta l’ ingannevole tentativo di togliere voce ai cittadini (intanto si spera che la Corte di Cassazione si pronunci favorevolmente allo svolgimento dei referendum).

 La CGIL ritiene che ogni forma democratica di consultazione popolare vada sempre e comunque difesa e, a maggior ragione per gli ultimi eventi, che il referendum di giugno debba regolarmente svolgersi, sottolineando che, oltre all’importante quesito inerente il nucleare, gli italiani sono chiamati ad esprimersi anche sull’acqua pubblica, argomento questo che si sta cercando abilmente di sminuire.

La difesa dell’acqua pubblica è da tempo un obiettivo della CGIL e la manifestazione che si terrà il 6 maggio in piazza Vittorio Emanuele, sarà occasione per la diffusione di materiale informativo ed uno, fra gli interventi previsti, sarà dedicato a questo importante argomento.

Si invitano tutti i cittadini all’adesione allo sciopero e a partecipare alla manifestazione. Un invito particolare è rivolto ai giovani, il futuro dei quali rappresenta sempre e comunque uno degli obiettivi principali della CGIL. Come dice il nostro slogan: Anche quando pensi che non ci sia più niente da fare, fatti sentire. La Cgil c’è.