CCIAA: Rieti decima in Italia per tasso di imprese femminili

CCIAA di Rieti

Il territorio reatino al decimo posto in Italia per tasso di imprese femminili. A mostrarlo è l’Osservatorio per l’imprenditoria femminile di Unioncamere e InfoCamere, sulla base dei dati del I trimestre 2015. Sulle 14.737 imprese che risultano iscritte nel Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Rieti, ben 3.942 risultano partecipate in prevalenza da donne. Una percentuale di “femminilizzazione” imprenditoriale pari al 26,75%, di molto superiore al 21,55% registrato a livello nazionale.
Scorrendo la Penisola, se, in media, più di una imprese su cinque è femminile (su un totale di imprese femminili pari a 1.295.942), in alcuni ambiti e regioni il peso sale vertiginosamente. I casi più significativi? In rigoroso ordine di incidenza del tasso di femminilizzazione (che esprime la percentuale di imprese femminili sul totale delle imprese) si incontrano: le altre attività di servizi per la persona, dove le imprenditrici rappresentano il 58,63% del tessuto imprenditoriale del settore, l’assistenza sociale non residenziale (56,88%), la confezione di articoli di abbigliamento (42,59%), i servizi di assistenza sociale residenziale (40,06%) e le agenzie di viaggio (37,42%).
Se poi si guarda all’apporto delle donne all’interno del mondo artigiano, nel quale le 214.815 imprese artigiane a guida femminile rappresentano quasi il 16% del totale imprese artigiane esistenti al 31 marzo 2015 (nel Reatino le imprese femminili artigiane risulta 533 sulle 3.766 totali pari al 14,15%), la mappa dell’impresa femminile un po’ si modifica, accentuando l’apporto, in diversi casi davvero sostanziale, ad alcuni dei settori di punta del made in Italy. In questi ambiti, l’universo dell’impresa femminile del 2015 si ricongiunge con le tradizioni radicate nei territori, i saperi antichi tramandati di generazione in generazione e quella creatività ed eleganza – che è la cifra distintiva di buona parte del nostro made in Italy – si colora fortemente di ‘rosa’.
Infatti, l’incidenza dell’imprenditoria artigiana femminile, oltre ad essere determinante nelle altre attività dei servizi alla persona (64,17%), nelle attività creative, artistiche e di intrattenimento (50,46%), nei servizi di informazione (45,97%), diventa addirittura maggioritaria nella confezione di articoli di abbigliamento (55,94%), e assume un notevole peso specifico nel tessile (dove la componente femminile incide sul totale degli artigiani per il 42,30%), con punte del 50% di imprenditrici impegnate nell’arte del finissaggio dei tessuti, del 47% nel confezionamento di articoli di biancheria per la casa, del 57% nella fabbricazione di altri materiali tessili (quali nastri e passamanerie) e del 42,3% nella realizzazione di tulle, pizzi e ricami. Importante, inoltre, l’apporto femminile all’artigianato legato alla fabbricazione di bigiotteria (52,89%), alle lavorazioni in ceramica e porcellana (42,41%) alla fabbricazione di articoli in pelle (31,09%) ed all’alimentare (25,32%).
“In un trend negativo, si tratta di un dato che invita ad un cauto ottimismo che auspichiamo verrà consolidato grazie alle attività che verranno messe in campo da parte del neo costituito Comitato per l’imprenditoria femminile dell’Ente camerale”, ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio di Rieti, Vincenzo Regnini.
“I dati mostrano un fermento imprenditoriale notevole nel nostro territorio da parte delle donne che va coltivato e incentivato – ha dichiarato la presidente per il Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Rieti, Claudia Chiarinelli – e l’obiettivo del Comitato sarà proprio quello da un lato di stimolare la nascita di start up guidate da donne e dall’altro consolidare e sostenere con iniziative specifiche la spinta imprenditoriale già esistente. Una spinta che ci riempie d’orgoglio e dimostra come le donne nella nostra provincia siano già particolarmente brillanti a livello organizzativo nella conciliazione tra lavoro e famiglia”.
La geografia dell’impresa femminile a fine marzo 2015 cambia anche in considerazione della maggior concentrazione dell’universo artigiano in alcune aree del paese.
Se, infatti, considerando il totale delle imprese femminili, Molise, Basilicata e Abruzzo sono le regioni nelle quali le donne d’impresa “pesano” di più sul totale, superando in tutti e tre i casi il 25%, e Benevento, Avellino, Chieti e Campobasso le province a maggior tasso di femminilizzazione, la distribuzione delle imprese artigiane in “rosa” è più rilevante della media in Abruzzo, Marche, Umbria e Toscana (con quote del 18%). Prato, Chieti, Fermo e Teramo guidano la medesima classifica della partecipazione femminile all’impresa artigiana a livello provinciale.