ANPCI: “Basta demagogia, le Province servono!”

“La legge 56 del 2014, cosiddetta legge Delrio “svuota province” sbandierata come una grande opportunità, tesa ad anticipare, con norma di dubbia costituzionalità, la riforma costituzionale elaborata dal governo Renzi, ha generato solo caos istituzionale, disastri finanziari, tagli ai servizi, criticità infinite nel trasferimento delle competenze e delle funzioni, problemi, al limite dell’impossibilità gestionale, legati anche alle sorti di circa 56.000 dipendenti delle province. Noi lo avevamo detto!

Infatti che il risultato fallimentare della legge sarebbe stato questo, L’Anpci lo aveva anticipato in sede di audizione parlamentare. In quella sede Anpci sosteneva con dovizia di dati (e i fatti ci hanno dato ragione) che la legge Delrio sarebbe stata un disastro. Così è stato!

Di fatto, dunque, la legge Delrio è stata soltanto una fonte di caos indicibile che senza aver espresso alcun segno di minima utilità finanziaria, ha imposto un esproprio dell’elettorato attivo attraverso l’annessione dei Comuni alle città metropolitane o ai capoluoghi di provincia. E’ questa democrazia ?

Nonostante i disastri consumatisi con l’applicazione di tale legge, i principi della stessa, tendenti a sopprimere le Province, a potenziare le Città Metropolitane e spingere fortemente sull’accorpamento delle funzioni dei piccoli Comuni, erano stati incasellati nella riforma costituzionale Boschi-Renzi, riforma che è stata respinta con un netto risultato dal popolo sovrano.

Alla luce del chiaro risultato referendario a favore del mantenimento delle province, ANPCI CHIEDE che i contenuti della legge 56 del 2014 siano totalmente rivisti e si preveda urgentemente a disporre l’elezione diretta da parte dei cittadini dei consigli provinciali. ANPCI si dichiara disponibile, sin da oggi, a lavorare per addivenire ad una riforma organica di tutto il mondo delle autonomie, condivisa da tutti i rappresentanti degli enti locali.”

Franca Biglio – ANPCI