ANCHE LE DONNE DELLA CGIL PER L'ACCESSO FEMMINILE AI VERTICI DELLE ISTITUZIONI

Cgil Rieti

Il Coordinamento delle Donne della CGIL di Rieti condivide e sostiene l’iniziativa intrapresa in questi giorni dall’assemblea provinciale delle donne del PD, che attraverso la coordinatrice Monica De Cesaris, ha inoltrato a tutti i Comuni della Provincia un documento con il quale si chiede la modifica dei rispettivi statuti, a garanzia di una giusta rappresentanza di genere all’interno delle giunte o, ove fosse già previsto sulla carta, il rispetto di quanto disposto.

Le donne della CGIL non possono che associarsi all’apprezzabile iniziativa delle donne del PD, già condivisa anche dal coordinamento della CISL, in quanto l’importanza dell’argomento e la necessità di promuovere l’accesso femminile all’interno ed ai vertici di ogni tipo di istituzione fu ampliamente espresso quando, in occasione dell’individuazione dei componenti dell’ultima giunta provinciale, richiesero pubblicamente al confermato Presidente, almeno l’individuazione di un assessore donna e lo fecero, per la verità, in quasi totale solitudine.

Elencare anche solo alcune motivazioni per cui l’accesso delle donne nelle istituzioni  deve essere favorito ed incentivato, risulterebbe banale ed inoltre riteniamo che, almeno questo, sia un fatto acquisito sia da tutte le donne che dagli stessi uomini, i quali però esprimono massima teorica apertura mentre restano aggrappati al posto che ricoprono. Figuriamoci quale sarà la reale apertura  nel prossimo futuro, quando, nei consigli, nelle giunte e nei luoghi decisionali gli spazi saranno ulteriormente ridotti dalle norme.

Le donne della CGIL hanno già percorso questa tortuosa strada all’interno dell’Organizzazione e, a partire dagli anni 80, hanno intrapreso battaglie per ottenere quote minime di donne all’interno dei direttivi e delle segreterie, fino ad arrivare, al 2001, quando, il  Segretario Cofferati, portò in segreteria il 50% di donne, indicando un modello vincolante per tutta l’Organizzazione.

Oggi, alla guida della CGIL nazionale c’è Susanna Camusso, e ciò può apparire un’anomalia nella quasi assenza di leadership agli alti vertici di ogni tipo di istituzione; anche lei, come tutte le donne è sotto esame da parte di tutti/e, ma sta già conquistando l’autorevolezza che merita.

Le donne in politica o ai vertici istituzionali devono faticare di più di quanto debba fare un uomo e così sarà sicuramente per molto; oggi il percorso è ancora  più impervio, perché bisogna anche contrastare l’immagine femminile che la politica di questo sciagurato governo ha consolidato.

Chissà, l’attacco violento alla dignità femminile potrà essere un ulteriore stimolo trainante per le donne per affermare le loro reali capacità, competenza e serietà, almeno pari quelle degli uomini, e cambiare un’Italia che oggi non è “un paese per donne”.