Alle Osterie dei Pozzi “Giallo al centro estate”

All’interno della festa “Le Osterie dei Pozzi” che si terranno a Rieti dal 27 al 29 luglio 2018 tre gli appuntamenti con “Giallo al centro estate”.

Si parte venerdi 27, ore 19:30, con ospiti Francesca Bertuzzi e Mariano Sabatini. Primo libro presentato “Il male non va in vacanza”.

Francesca Bertuzzi, autrice per il cinema, con “Il carnefice” ha vinto il premio letteratura e cinema Roberto Rossellini nel 2011, è stata ospite dell’edizione 2017 di Giallo al Centro Rieti, festival di letteratura gialla e noir.

Nata a Roma, a diciannove anni si trasferisce a Torino dove, dal 2001 al 2003, frequenta il Master della Scuola Holden di Alessandro Baricco. Qui affina la scrittura narrativa ma apprende anche le tecniche di sceneggiatura cinematografica che approfondisce poi in un workshop di Jean-Claude Carrière e, l’anno successivo, al Barbarano CineLab diretto da Marco Müller e Marco Bellocchio. Questa esperienza le permette di specializzarsi nel montaggio video, che per alcuni anni diventa il suo mestiere, e che insieme alle tecniche di sceneggiatura, contribuisce non poco alla definizione del suo stile di scrittura.

Scrive diversi racconti per le raccolte della Newton Compton e nel 2013 partecipa con “Dente per dente”, suo racconto breve, alla raccolta “Nessuna più” edito da Eliot Edizioni, che riunisce quaranta scrittori contro il femminicidio in un’iniziativa a favore del Telefono Rosa.

In concomitanza con il lavoro di scrittrice porta avanti anche la scrittura cinematografica realizzando sceneggiature di film, cortometraggi e web serie. In ambito cinematografico collabora con la sorella sceneggiatrice e regista, Valentina Bertuzzi.

Mariano Sabatini, scrittore e giornalista, ha condotto rubriche in radio e oggi è commentatore sulle maggiori emittenti. Ha scritto diversi libri. “L’inganno dell’ippocastano”, Salani edizioni, 2016 è il suo primo romanzo, ed il primo che ha come protagonista Leo Malinverno, alla seconda edizione dopo due settimane dall’uscita, ha vinto il premio Flaiano e il premio Romiti Opera prima nel 2017. Con “Primovenne Caino” si aggiudica la sezione narrativa del premio AcquaNoir 2018, Gaeta.

Nell’ambito del Festival della Letteratura 2013 è stato insignito del Premio Città di Giulianova. Televisione Dal 1994 fino a luglio 1998, e poi nel 2001 e fino al 2005, è autore del talk show Tappeto Volante, in onda prima su TMC poi sul circuito di Odeon TV, su Raisat Album e su Canale Italia (e in contemporanea sul canale 883 di Sky).

Sempre per TMC, tra ottobre 1998 e gennaio 1999, è autore del “Primo Campionato di lingua italiana”, nato sul modello del celeberrimo Parola mia che Luciano Rispoli aveva ideato e condotto per tre stagioni su Raiuno: un quiz che ha visto protagonisti giovani universitari alle prese con etimologie, definizioni, modi di dire e temi scritti in buon italiano.

PRIMO VENNE CAINO
Durante un’estate torrida, il giornalista Leo Malinverno è in vacanza con Eimì – la sua ragazza greca, di vent’anni più giovane -ma decide di tornare in una Roma che sembra non voler chiudere per ferie, quando riceve la telefonata dell’amico vicequestore Jacopo Guerci. Il secondo dei delitti compiuti con un preciso rituale, in cui alle vittime vengono asportati lembi di pelle tatuata, fa supporre agli inquirenti che possa trattarsi dell’azione di un temibile serial killer.

Il Tatuatore, come presto viene battezzato, è spietato e sembra avere un progetto macabro, difficile da decodificare. Fra tanto sangue sparso, amici malati, scontri in redazione, complicazioni familiari e dubbi sentimentali, Malinverno inizia una sua inchiesta, parallela all’indagine dei carabinieri: e di pari passo allo sciogliersi del caso, accanto alla palese follia del Tatuatore scopre un’altra storia, non meno atroce. In questo secondo romanzo che ha per protagonista l’affascinante Leo Malinverno, Sabatini intreccia in modo magistrale una trama classicamente ‘nera’ all’indagine psicologica, mostrandoci che la faccia del Male può avere tante, tantissime sfumature. E spesso si cela sotto la coltre di una infida normalità.

FAMMI MALE
Ana è disposta a tutto – ingannare, sedurre, ricattare – per scappare dalla città-clinica. Ha ventitré anni e li ha trascorsi tutti nel non-luogo fondato da suo padre in Svizzera, chilometri di laboratori su laboratori popolati da pazienti e da camici bianchi che, come novelli dèi dell’Olimpo, sperimentano le più moderne tecnologie mediche e farmaceutiche nel tentativo di vincere i limiti della scienza. E lei è il fiore all’occhiello delle loro manie di onnipotenza. Ana è “un esperimento, un abominio, una replica”: il suo corpo è in tutto e per tutto uguale a quello della primogenita dei suoi genitori, Anabelle, morta quando aveva più o meno la sua età di oggi. Ma ora Ana e più che mai determinata a scoprire che sapore ha la libertà. Anche perché alcuni sogni ricorrenti hanno cominciato a martellare il suo subconscio.

Ed è proprio inseguendo questi incubi che si ritroverà sul litorale abruzzese di Vasto, teatro di molte delle sue visioni notturne. Lì assolderà un’investigatrice privata, la giovane e sexy Arancia – destinata a rivelarsi molto più di una semplice professionista -, e insieme a lei scoprirà che Anabelle è morta proprio a Vasto, durante una vacanza, in circostanze misteriose. A mano a mano che le due ragazze si addentreranno nelle indagini, il passato di Anabelle si trasformerà in una minaccia sempre più spaventosa per il presente di Ana, fino a quando anche le categorie del possibile e dell’impossibile saranno sovvertite. Che fine ha fatto davvero Anabelle, venticinque anni prima? Chi può averla uccisa