Non lasciamoli DI NUOVO soli. In questi giorni da parte di tutte le istituzioni abbiamo più volte sentito dire “non vi lasceremo soli”. Aggiungeremmo un “di nuovo” a questa affermazione perché sarebbe più giusto nei confronti delle vittime decedute o sopravvissute al terremoto. Abbiamo apprezzato e riconosciuto lo straordinario e immediato impegno delle istituzioni nell’affrontare l’emergenza che il terremoto ha determinato e a cui abbiamo portato il nostro contributo.
Per questo vogliamo richiamare l’attenzione su una questione, spesso accantonata, che questa tragedia ha portato alla luce, e che come organizzazioni sindacali denunciamo da diverso tempo. Già dai primi minuti dopo aver preso consapevolezza della gravità dell’accaduto ci siamo domandati: come raggiungeranno Amatrice? E infatti il problema di portare sul posto tutti i mezzi necessari a soccorrere la popolazione è stato il primo e forse il più grande da affrontare; chi non frequenta quei luoghi, fosse anche da turista, non può capire, ma chi vive regolarmente l’Amatriciano, ma anche il Leonessano, il Cicolano o la Valle del Turano, il problema della viabilità lo conosce molto bene.
Se poi pensiamo a quei pochi lavori che si fanno, allora possiamo affermare che non solo si conosce il problema della viabilità, ma anche le criticità che il problema pone e che in questo frangente si è drammaticamente e chiaramente dimostrato. Solo un mese prima del sisma un ampio tratto della salaria per Amatrice era a senso unico, e se andiamo ai mesi precedenti troviamo notizia di frane che hanno messo a repentaglio la viabilità e quindi la possibilità di collegare la valle falacrina con il capoluogo. Ma a proporre e a tentare di risolvere quel problema, sulla metaforica barricata, c’erano i lavoratori, le oo.ss. e il sindaco di Amatrice con il sostegno a distanza della prefettura.
Mancava invece la consapevolezza dei più sull’importanza delle vie di comunicazione per l’economia e la sicurezza di quel territorio. Per questo occorre dotarsi di un piano per liberare la provincia di Rieti dall’isolamento a cui è costretta. Rinnoviamo, quindi, la richiesta di dotare la provincia di Rieti di un sistema di trasporti ferroviario e stradale degno di questo nome perchè insieme alla doverosa ricostruzione c’è bisogno di passare rapidamente alla realizzazione di quanto già progettato e finanziato.
Questa volta non lasciamoli soli.
Luigi Cocumazzo CGIL, Paolo Terrinoni CISL, Alberto Paolucci UIL.