Un frammento di storia sabina nel cuore di Napoli

Lo storico reatino Lino Martini, nel corso della presentazione del suo volume “La giostra delle verità”, avvenuta il 25 gennaio 2024 nella sede UNUCI di Napoli (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia), ha portato un ritaglio di cultura reatina tra i napoletani, svolgendo una lectio magistralis sul nonimestre costituzionale napoletano (1° luglio 1820 – 20 marzo 1821), e sulla battaglia che ne decretò la fine (Rieti-Cittaducale-Antrodoco, 7-10 marzo 1821), persa, come ormai a tutti noto, dall’esercito napoletano del generale Guglielmo Pepe per mano delle divisioni imperiali austriache del generale Frimont. Molte furono le versioni, fatte circolare a Napoli dai protagonisti dell’epoca e riprese dagli storici successivi, ma poche le verità.

L’intervento del dott. Martini si è concentrato soprattutto sulle fonti a cui la storiografia coeva e successiva all’evento si è ispirata in questi due secoli: la “Storia del Reame di Napoli” di Pietro Colletta (la fonte di maggiore successo), al tempo ministro interino della Guerra, i “Mémoires” di Michele Carrascosa, comandante in capo del Primo Corpo d’Armata, schierato sul rientrante campano-laziale, e le “Memorie” di Guglielmo Pepe, comandante in capo del Secondo Corpo d’Armata, schierato sul saliente abruzzese. Le narrazioni di Colletta e Carrascosa, pur diverse tra loro, convergono nel descrivere lo scontro come una scaramuccia, persa, a quanto riferiscono, per la disobbedienza, l’imperizia e la viltà di Pepe e per il disordine dominante tra militi e legionari. Nelle sue “Memorie”, invece, Pepe spiega le circostanze che lo indussero ad attaccare e la fermezza dei suoi uomini nelle fasi più calde del combattimento.

Narrazioni divergenti, contraddittorie, fuorvianti, che non facilitano la migliore comprensione di quanto accadde sul saliente abruzzese prima, durante e dopo la battaglia. Da sempre, il problema è a chi dei tre autori credere, i quali, essendo implicati nella vicenda, potrebbero aver falsato, o distorto, od occultato la verità o parte di essa. Maggior luce non venne dalle opere pubblicate dagli storici successivi che, in presenza di fonti così distanti, si divisero nei giudizi e dettero credito ora alla versione di Colletta, ora a quella di Carrascosa e molto più raramente al racconto di Pepe.

Coerente con quanto già sostenuto nel suo libro “La giostra delle verità”, lo storico reatino ha sviscerato il problema, facendo emergere le contraddizioni tra le fonti e ristabilendo un minimo di verità su quegli avvenimenti, basato sulle convergenti narrazioni di Guglielmo Pepe e del Comando austriaco, vale a dire dei capi dei due schieramenti contrapposti. Un evento culturale svolto alla presenza di una rappresentanza della Scuola Militare Nunziatella, di appassionati ed esperti di storia risorgimentale napoletana e di appartenenti all’UNUCI e al Comitato locale dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano in sinergia con l’omologo Comitato di Rieti, diretto dall’avv. Gianfranco Paris. Il tutto si è potuto fare grazie all’interesse e alla disponibilità della dirigenza UNUCI di Napoli, che il dott. Martini vuole ringraziare pubblicamente nelle persone del Presidente, Gen. D. Luigi Vinaccia, del Vicepresidente, Ten. Angelo avv. Neri e dell’amico Cap. Vincenzo ing. Di Guida. A fare da cornice la prestigiosa e splendida sede dell’UNUCI, situata in Via Santa Brigida 64, a pochi passi dal Palazzo Reale, dal Teatro San Carlo e dalla Galleria Umberto I.