Turi della UIL sottolinea ancora una volta le difficoltà della scuola

FOTO: UIL

“Pino Turi (Uil Scuola) nei giorni scorsi si è chiesto dove vive la ministra dell’Istruzione Azzolina e dove svolge la sua attività, dal momento che le sue dichiarazioni raccontano di vari primati. E’ sempre la prima volta in ogni sua iniziativa, a cominciare dalle GPS per finire ai concorsi in piena pandemia.

Non sempre però la novità è sinonimo di buone pratiche ha sottolineato Turi. Ovviamente alla ministra non mancherebbe nemmeno l’opportunità di verificare il polso della situazione, a seguito delle numerose visite che ha fatto alle scuole. Anche in questi casi nessuno ha criticato forse per un timore reverenziale nei suoi riguardi. E’ possibile che tutte le proteste arrivino solo ai sindacati? La ministra vedrà le critiche sul web?

Per una volta, la prima, anche in questo caso ammetta che ci sono state valutazioni ottimistiche in relazione alla situazione data e che non ha funzionato tutto – ha aggiunto Turi. Se, come dice la ministra, il numero delle supplenze è in linea con quello dello scorso anno si dovrebbe invece preoccupare, perché la scuola sostanzialmente non è ancora partita e potrà ripartire solo quando ci saranno tutti i docenti in classe.

Una doverosa osservazione: rispetto allo scorso anno ci sono sessantamila posti di organico non assegnati per mancanza di aspiranti, trentacinquemila in più. Se l’andamento delle supplenze – come afferma la ministra – è come lo scorso anno, i calcoli sono presto fatti. Se alle centottantamila supplenze (tante sono state lo scorso anno) si aggiungono i posti non assegnati serviranno oltre duecentomila supplenti. Sul concorso straordinario un invito alla ministra ad essere in linea con la sua dichiarazione «non lasceremo nessuno solo».

Come si sentirà oggi un docente precario che, per colpa non certamente sua, sarebbe sicuramente fuori dal concorso che attende da anni a coronamento di sacrifici di tanti anni da precario se sarà sufficiente un semplice raffreddore e un rialzo termico a metterlo fuori gioco? Siamo in presenza di un modo di procedere sicuramente non condivisibile.” (Uil Scuola).