TSM, Tiberti: “La Regione non sa e non vede”

“Insieme a numerose associazioni abbiamo denunciato, anche in sede europea le gravissime inadempienze dal livello Regionale al livello locale causate dalla pretesa necessità di distruggere ambienti naturali protetti e, in particolare, ettari di faggete vetuste, per implementare il turismo nel Comprensorio Sciistico del Terminillo tramite il Progetto TSM (Terminillo Stazione Montana). Ricordiamo che tutta l’area in oggetto è tutelata a livello europeo (ZPS IT6020005 “Monti Reatini”, ZSC IT6020009 “Bosco di Vallonina”, ZSC IT6020007 “Monte Terminillo Group”).

Abbiamo rilevato e segnalato mediante un esposto alla Commissione Europea:Violazione delle norme comunitarie in materia di libera concorrenza (articolo 87 del trattato che istituisce la Comunità europea) per gli aiuti a finalità regionale (“aiuti di Stato”) previsti per finanziare il progetto; applicazione errata delle procedure relative alle Misure di compensazione ai sensi dell’art. 6 paragrafo 4 della direttiva Habitat (92/43/CEE); violazione della direttiva 2014/52/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, che modifica la direttiva 2011/92/UE relativa alla valutazione degli effetti di determinati progetti pubblici e privati sull’ambiente.

Inoltre la valutazione d’incidenza è stata riferita allo ZPS IT6020005 “Monti Reatini” e non allo ZSC IT6020009 “Bosco di Vallonina” per l’habitat 9210 * e ZSC IT6020007 “Gruppo Monte Terminillo” per l’habitat 6210 *. La sottrazione degli habitat prioritari citati viene riferita solo all’area vasta della ZPS IT6020005 “Monti Reatini” ma l’interferenza ricade sul ZSC IT6020009 “Bosco di Vallonina” e sul ZSC IT6020007 “Gruppo Monte Terminillo” generando una riduzione artificiale dell’indicatore di interferenza. Inoltre si sottovalutano, nello Studio di incidenza, gli impatti su flora, vegetazione e fauna.

Il TSM si baserebbe per l’avvio 20 milioni di euro d’investimento pubblico iniziale (in parte spesi nelle progettazioni) ma non è stata definita dai proponenti una strategia d’investimento per colmare i circa 30 milioni che mancano e per spiegare come gli sciatori annuali del Terminillo, che negli ultimi anni sono oscillati tra le dieci e le ventimila presenze, dovrebbero divenire circa 280 mila attraverso un drenaggio dalle altre stazioni sciistiche dell’Appennino, in crisi anch’esse.

Dopo la sospensione in sede di VIA del TSM1 nel 2015 è stato aperto un tavolo tecnico tra Regione Lazio e promotori, per superare le criticità del progetto che ha lavorato dal 2015 al dicembre 2019. È stato quindi pubblicato il TSM2, a cui sono state presentate le osservazioni scientifiche e competenti delle Associazioni che hanno segnalato che il progetto presenta innumerevoli violazioni, omissioni e errate interpretazioni normative.

Si tratta di un progetto ad alto impatto ambientale che potrebbe erodere risorse ambientali e paesaggistiche senza offrire benefici economici significativi. Sotto il profilo occupazionale la realizzazione del progetto appare risibile se confrontata con altri investimenti compresi quelli relativi al turismo sostenibile e un serio indotto diffuso su tutto il territorio provinciale, ricchissimo di emergenze storico-culturali, paesaggistiche e naturalistiche oltre che di numerosi prodotti e germoplasmi locali. A regime, il TSM prevede l’assunzione di 17 dipendenti (e 87 stagionali).

In merito agli impianti d’innevamento artificiale programmato, che vengono dai proponenti ritenuti risolutivi per sopperire alla mancanza di precipitazioni nevose (che presuppongono basse temperature operative), si omette di rappresentare all’opinione pubblica gli alti costi ambientali ed economici che tale pratica comporta.

Il costo unitario di ogni singolo intervento di innevamento artificiale è infatti stimabile in oltre 1.1 milione di €, in linea con i costi sostenuti a metro cubo delle località alpine per 92.8 ha. di piste, quali dovrebbero essere quelle del TSM. Sono creati bacini artificiali e alterata la rete di scorrimento delle acque in ambiente montano. Si tratta, insieme alla sentieristica di servizio, di interventi ad alto impatto idro-geo-morfologico e paesaggistico con nefasti effetti anche a valle.

L’Area Valutazione Impatto Ambientale (VIA) della Regione Lazio che dovrà rilasciare eventuale parere positivo con una nota del 6 luglio 2020, ha chiesto ai proponenti del TSM2 integrazioni significative ai materiali di progetto: descrizione dello stato dei luoghi ove sono presenti impianti e piste dismesse, descrizione dei siti ove verranno realizzati i nuovi impianti, quale sia il destino di rocce e terre di scavo, rielaborazione dei dati nivologici utilizzando quelli più recenti, progetti dei bacini di raccolta delle acque per l’innevamento artificiale e l’indicazione delle sorgenti da captare per riempirli. La nota regionale di fatto prolunga i tempi dell’iter e rimanda la bocciatura del Progetto.

Afferma la nota del 6 Luglio che nel progetto TSM2 mancano tutte queste informazioni. Ma, come notano le Associazioni, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Frosinone Latina e Rieti si è espressa positivamente in sede di Conferenza di Servizi dando il proprio nullaosta sul parere paesaggistico.

Anche l’Area Urbanistica della Regione Lazio ha dato parere favorevole il 20 marzo scorso. Eppure dalla nota risulta che la Regione Lazio non è conoscenza dello stato attuale dei luoghi che verranno investiti dal TSM2, dove verranno realizzati i nuovi impianti, quali siano i vecchi e quale il destino dei materiali di scavo, gli impatti del sistema idrico per l’innevamento artificiale e di dati climatici attendibili. Non si capisce quindi su che basi l’Area Urbanistica e la Soprintendenza abbiano dato il nullaosta al progetto.

Sembra che strutture della amministrazione pubblica prendano decisioni senza basarle su normative e informazioni basilari per una valida interpretazione degli impatti ambientali. Alle osservazioni delle associazioni nessuno ha risposto e le controdeduzioni parlano d’altro. Impossibile evidentemente dimostrare che il TSM2 è un progetto sostenibile economicamente ed ecologicamente.

Si ritiene opportuno, oltre all’insignificanza delle controdeduzioni, denunciare i modi in cui i soldi pubblici sono stati spesi per un tavolo tecnico che ha impegnato tempo e energie di dirigenti e funzionari, pervenendo al risultato di non sapere quali siano i luoghi trasformati dai nuovi impianti e quale sia il grado di antropizzazione.

Il Presidente della Provincia di Rieti, Mariano Calisse (già appoggiato da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Direzione Italia ed ora passato alla Lega), e il vicesindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi (Fratelli d’Italia), senza nemmeno entrare nel merito tecnico-scientifico rispetto alle richieste regionali o tanto meno delle numerose violazioni delle normative a tutela dell’ambiente evidenziate dalle associazioni hanno affermato:
“La notizia dell’ennesima richiesta di ulteriori dettagli circa il progetto Terminillo Stazione Montana da parte della Regione ha davvero dell’incredibile. Non troviamo altro termine per descrivere quello che appare evidentemente come l’ennesimo tentativo di perdere tempo e rinviare tutto, peraltro in un momento in cui l’Italia intera, e in particolare la nostra Provincia, avrebbe bisogno di correre su progetti e investimenti. La Regione Lazio, dopo anni di confronti, riunioni, tavoli e aggiornamenti progettuali, oggi ha tutte le carte per decidere, in una direzione o in un’altra, sul progetto Terminillo Stazione Montana.

La prossima settimana verrà convocato un tavolo tecnico dalla Provincia di Rieti con tutti i Comuni del comprensorio per valutare la richiesta ma oggi lo diciamo forte e chiaro alla politica della Regione Lazio: se qualcuno pensa di poter continuare a prendere in giro la provincia di Rieti come accaduto per anni, tra annunci mai trasformati in realtà e imbarazzanti silenzi di chi avrebbe dovuto tutelare gli interessi del territorio, questa volta sbaglia di grosso”.
Anche i sindacati indistintamente appoggiano il progetto.

I segretari di Cgil Stefano Rinaldi, Cisl Paolo Bianchetti e Uil Alberto Paolucci hanno scritto una lettera aperta per sposare il progetto dei nuovi impianti, affermando che porterà 4500 posti di lavoro. Si tratta di calcoli molto aleatori sull’indotto dato che, come abbiamo detto a regime, il TSM prevede l’assunzione di 17 dipendenti e 87 stagionali.

Sono naturalmente in buona compagnia tipicamente trans-partisan: Una esponente della Lega reatina valuta il TSM come una grande opportunità per il Lazio” (Lega reatina, 30 aprile 2020), poi UGL manifesta la “piena adesione al progetto”, le pro-loco di Leonessa, Cantalice e Terminillo indicano il TSM come “ultima speranza per i nostri territori” (2 maggio 2020) e la Coldiretti (13 maggio 2020) definisce il TSM come una occasione per promuovere la sostenibilità del made in Rieti”.

Ha comunicato il PD di Rieti (20 aprile) “Se c’è una cosa che il territorio reatino non può permettersi è perdere l’opportunità di rilancio del comprensorio del Terminillo. “In questi anni si è lavorato tanto al progetto di riqualificazione e di sviluppo della stazione Montana e il Partito Democratico si è sempre impegnato, con tutti i suoi rappresentanti istituzionali, di trovare soluzioni capaci di coniugare le ragioni e le necessità dei diversi attori coinvolti con la salvaguardia dell’ambiente, come dimostra il lungo e accidentato percorso che sembra finalmente essere giunto alla fine.

A quanto pare la parola sostenibilità non fa ancora parte del lessico di certi politici, sindacalisti e rappresentanti locali o se ne fa parte ha significati ben diversi dagli originali. Ben pochi di essi sembrano in effetti aver approfondito i contenuti del progetto.”

Marco Tiberti