Rietidecide: ‘Io sto con Terni’ ha dimostrato il senso di appartenenza ad una comunità

Ivano Paggi

“Trentamila persone ed uno slogan: ‘Io sto con Terni’. Tutto il Paese, venerdì scorso, ha avuto l’esempio di cosa sia il senso di appartenenza ad una comunità, lo spirito di solidarietà verso i propri concittadini, l’orgoglio e la determinazione di onesti cittadini nel difendere, non solo un posto di lavoro ma la storia di un’intera città che vuole continuare ad essere scritta anche nel futuro.
Abbiamo tutti negli occhi le immagini della impressionante mobilitazione dei vicini ternani in difesa della loro acciaieria e, a nostro avviso, quella manifestazione dovrebbe generare delle riflessioni approfondite, aprendo un grande dibattito, anche nella nostra Rieti. Fermo restando le differenze tra le due città, con storie industriali e sociali evidentemente diverse, è impossibile non ricordare proprio oggi, alla luce del grande corteo per l’acciaieria di Terni, che Rieti in passato ha mancato troppi treni anche sotto questo punto di vista. Mai la politica ed il sindacalismo reatino hanno avuto la forza – e in alcuni casi l’interesse – a mobilitare una città intera per difendere il proprio tessuto industriale.
Mai però, allo stesso tempo, i reatini stessi – forse troppo attenti all’interesse particolare e troppo poco a quello generale della comunità – hanno mostrato la forza e la volontà necessaria per realizzare ciò che invece è stato possibile pochi giorni fa a Terni.
Quelle manifestazioni, cosi partecipate, dalle nostre parti non si sono viste negli anni novanta, quando pezzi importanti della storia e dell’economia locale come la Texas e la ex Viscosa salutarono e presero altre strade, e men che meno si sono avute in anni più recenti – vedi le varie vertenze, una per tutte la Ritel – nonostante, forse, il deterioramento delle condizioni economiche e sociali fosse ancora più significativo dei decenni precedenti. Purtroppo, neanche in questi giorni si percepisce una reale mobilitazione generale a sostegno di una situazione critica come quella di Solsonica, che coinvolge circa duecento persone. Troppo spesso le manifestazioni organizzate nella nostra città si sono risolte ad una rappresentazione con poche centinaia di partecipanti e quasi mai da Rieti è stato possibile innalzare un grido tanto forte da poter risuonare fino ai tavoli che contano.
Troppo spesso a Rieti ci si abbandona alla lamentela, all’elenco dei problemi ma quasi mai il tessuto sociale – politica, imprenditori, professionisti, commercianti, operai, dipendenti pubblici e privati, studenti, famiglie e via dicendo – è riuscito a mostrare quella compattezza che invece sarebbe stata necessaria per poter dire: ‘anche noi abbiamo diritto al futuro’. Come associazione, proprio in un periodo in cui altre aziende reatine rischiano il ridimensionamento o addirittura la chiusura, vorremmo che dalle immagini del corteo di Terni scaturisse un dibattito serio, a più voci e a vari livelli, che possa sfociare magari nel tentativo di mettere in campo, per una volta, superando ogni barriera ideologica, una risposta unitaria di tutti i reatini, qualcosa che ci faccia sentire davvero una comunità, rivendicando quello di cui abbiamo bisogno per il futuro della nostra terra. Gli elementi di preoccupazione, d’altronde, non mancano: dal depauperamento occupazionale del nucleo industriale – passato in poche decine di anni da più di diecimila addetti a poche migliaia – ai rischi che corre la sanità provinciale, fino al futuro incerto di servizi e uffici decentrati dello Stato e di aziende pubbliche.
Dobbiamo rispondere, reagire, farci sentire, provare a dire la nostra come comunità e non, come accaduto di volta in volta in passato, come singole categorie. Confrontiamoci, apriamo un dibattito e, se sarà così, Rietidecide può assicurare già oggi che sarà in prima fila per lottare per il futuro del capoluogo e della nostra provincia”.
E’ quanto dichiara il presidente dell’Associazione Rietidecide, Ivano Paggi (nella foto).