Rieti Virtuosa: gli edifici scolastici sismicamente vulnerabili vanno chiusi

Aula scolastica

L’Ordinanza appena emessa dal Sindaco di Rieti Petrangeli, con la quale viene posticipato l’avvio delle attività didattiche del nuovo anno scolastico al 19 settembre, non risolve il problema del rischio che i nostri figli corrono per la non adeguatezza sismica delle scuole reatine. Un atto, come spiega il comunicato stampa che accompagna l’Ordinanza, che serve solo a procurarsi i famosi certificati di agibilità e funzionalità post-sisma che non daranno certo una risposta a genitori, studenti, personale scolastico in merito alla tenuta delle strutture in caso di sisma futuro.
E allora che fare? Un esempio arriva da Sulmona, dove il Sindaco Annamaria Casini ha deciso di chiudere quelle scuole che risulteranno “agibili ma sismicamente vulnerabili”, annunciando di aver già richiesto i Moduli ad uso scolastico provvisori (Musp) e, in attesa di questi, di aver intenzione di spostare 1400 bambini in edifici meno vulnerabili.
Perché non farlo anche a Rieti? Di cosa si ha paura? Si ha paura di dire che siamo dei terremotati? Eppure è ormai chiaro a tutti che dobbiamo imparare a convivere con i terremoti, quindi ha ben poco senso tranquillizzare a tutti i costi la popolazione. Al contrario, potrebbe essere questo il momento giusto per mettere finalmente mano ad un meccanismo perverso che negli anni ha portato anche in questo territorio fondi consistenti che avrebbero dovuto proteggerci dal sisma e che, invece, sono stati distribuiti “a pioggia” senza seguire criteri di priorità in funzione dell’unico obiettivo che dovrebbe stare a cuore a tutti: l’adeguamento sismico degli edifici a cominciare da quelli strategici.
Purtroppo, quello che tutti possiamo constatare è che quasi nessuna scuola della provincia di Rieti è adeguata sismicamente, cioè in linea con le norme tecniche attuali.
Ma allora perché il Sindaco di Rieti sta tranquillizzando tutta la popolazione in seguito ai soli “tre livelli di verifiche e controllo condotte dal Comune di Rieti, dal Genio Civile e dalla Protezione Civile”? E perché la Protezione Civile, nel rilasciare i certificati di agibilità e funzionalità post-sisma, non tiene conto del quarto e più importante livello di verifica (sismica)?
Andiamo con ordine e vediamo cosa stanno rilevando questi organismi preposti, in certi casi coadiuvati da Docenti Universitari.
Certamente, in prima battuta, stanno accertando se la struttura di certi edifici strategici ha subito danni evidenti. Oltre a ciò, dovrebbero però dirci se tali edifici sono stati interessati da interventi di prevenzione del rischio in base alle valutazioni della vulnerabilità sismica eseguite con i finanziamenti messi a disposizione dalla Regione Lazio. Ed è questo quello che un genitore si aspetta! Tutti diamo per scontato che se una trave è pericolante la scuola verrà chiusa prima che cada sulla testa dei nostri figli, ci mancherebbe altro, ma tutti i genitori che in queste ore sono giustamente allarmati – e che hanno in queste ore costituito il Comitato scuole sicure come già avvenuto in altre città – vogliono conoscere esattamente il comportamento che l’edificio avrebbe se un terremoto della stessa entità di quello appena accaduto interessasse più direttamente Rieti.
Al contrario, quello che ci risulta è che la Protezione Civile sta rilasciando ai Sindaci dei Giudizi di agibilità in seguito alla compilazione della “scheda AeDES” (scaricabile dal sito della Protezione Civile). Tale scheda si conclude con gli esiti, che vanno da “agibile(*)” a “inagibile” con diverse proposte d’intervento, in funzione della “Valutazione del rischio”. Peccato quell’asterisco! Che recita: “(*) La compilazione della presente scheda non costituisce una verifica sismica né sostituisce il rispetto degli obblighi relativi alla sicurezza sui luoghi di lavoro ai sensi delle normative vigenti”. Allora ci chiediamo se sia corretto mettere in moto un meccanismo di controllo finalizzato a tranquillizzare Sindaci e cittadini con definizioni fuorvianti di “agibilità”, che tra i non addetti ai lavori diventano sinonimi di “sicurezza”, ben sapendo che un edificio inserito nell’Elenco Programmatico delle strutture strategiche o rilevanti allegato alla DGR 387/09 è tutt’altro che “sicuro”.
Come può, quindi, un Sindaco o un Presidente di Provincia (per le scuole superiori), se correttamente informato dai propri tecnici, riaprire una scuola con “indicatore di rischio per la salvaguardia della vita” prossimo allo 0 (equivalente a rischio alto)? Il Comune di Rieti, come probabilmente molti altri in Italia, sembrano affidarsi alla Circolare emanata il 4 novembre 2010 dall’allora Capo del Dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso, sulla base di un parere della Commissione Grandi Rischi, che stranamente stabilisce la non obbligatorietà di un immediato adeguamento sismico delle strutture a rischio da parte degli Enti beneficiari.
Rieti Virtuosa chiede ai Sindaci e la Presidente della Provincia di Rieti di agire con coscienza, utilizzando maggiore cautela nella prevenzione del rischio sismico, cioè tenendo chiuse tutte le scuole non sicure perché non adeguate sismicamente e ricercando rapidamente strutture alternative.
Inoltre, chiediamo che la Regione Lazio modifichi immediatamente i criteri di assegnazione dei finanziamenti destinati alla sicurezza delle scuole, interrompendo la frammentazione dei fondi che ha portato ad accontentare tutti senza però garantire gli adeguamenti sismici necessari e contemporaneamente riattivi i fondi andati in perenzione trasferendoli rapidamente a quei Comuni che hanno scuole ad alto rischio.