Rieti non è una città verde. Paolucci: “Serve una visione strategica che rilanci la città”

Alberto Paolucci

“Il rapporto ecosistema urbano di Legambiente e Ambiente Italia non lascia dubbi: la nostra città non è tra le quelle più verdi d’Italia. Sembra un paradosso, perché se ci guardiamo attorno il verde ci circonda: tra montagne, colline, pianura, ogni angolo di questo territorio sembra un piccolo paradiso incontaminato. Eppure tutto ciò che di naturale possediamo non basta. No, non basta per essere una città che programma, mette in campo buone pratiche per ridurre gli impatti ambientali dell’uomo sulla natura e per tutelare la salute pubblica. Su 104 capoluoghi esaminati da Legambiente, Rieti si colloca al 61 posto. Tanto per fare un esempio, la vicina Terni è 47 posto”. Lo dice Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina romana, analizzando il venticinquesimo rapporto “Ecosistema urbano”, che fotografa ogni anno lo stato di salute ambientale dei capoluoghi di provincia italiani.

“Il dossier – spiega Paolucci – analizza 17 parametri raggruppati in cinque macroaree: aria, acqua, rifiuti, trasporti, ambiente, energia. L’aria che respiriamo è di pessima qualità: Legambiente la definisce insufficiente. Altri dati, certo non lusinghieri siamo sperconi: dalla fonte al rubinetto di casa nella nostra città disperdiamo il 35 per cento di acqua di ottima qualità. Ogni giorno ciascuno di noi ne consuma 150 litri. C’è altro: nel 2018 non tutta la popolazione è servita da rete fognaria, questo privilegio riguarda al momento l’ottantaquattro per cento dei reatini. Ma c’è altro: ogni anno un cittadino di Rieti produce 483 chili di rifiuti, solamente il 23,9 per cento di questi viene differenziato. A Terni oltre il 70 per cento dei rifiuti invece viene differenziato. Siamo immersi nel verde, ma abbiamo soltanto 26 chilometri di piste ciclabili contro i 204 di Reggio Emilia. E nel nostro territorio circolano 71 auto ogni cento abitanti, più di Roma, dove ne circolano 61 ogni cento abitanti. A ciascuno di noi spetta una superficie stradale pedonalizzata risibile, pari allo 0,04. In città ci sono soltanto 14 alberi ogni cento abitanti, contro i 108 di Modena. Il verde fruibile in area urbana è pari a 16,3 metri quadrati per abitante, a Potenza i metri quadrati salgono a 190. In quanto a fotovoltaico, la potenza installata (kW) sugli edifici pubblici ogni 1000 abitanti a Rieti è di 3,45 contro i 5,89 di Terni e 14,81 di Pordenone”.

“Questi dati – aggiunge il Segretario – fanno di Rieti una città cicala, ovvero che consuma, che tira a campare, che non progetta, che non ha uno sguardo rivolto al futuro. Servono quindi scelte strategiche in grado di invertire la rotta, di uscire dal torpore nel quale siamo precipitati. Le istituzioni locali devono investire in tutti i settori della vita, compreso quello della sostenibilità ambientale. Ci vuole una grande sinergia tra i vari livelli istituzionali, perché anche le recenti catastrofi ambientali suggeriscono una maggiore cura del territorio, una grande opera infrastrutturale per metterlo in sicurezza che promuovano nuovi modelli di sviluppo ecologici e sostenibili”.

“Il giorno che Rieti avrà un ruolo di riguardo negli studi delle associazioni ambientaliste o nei dossier di diversa natura – conclude Paolucci – chiederemo al Comune e alla Regione di proclamare festa cittadina, perché quello sarà il giorno che potremmo dire di aver fatto qualcosa per le nuove generazioni”.