Radio e TV locali manifestano contro il regolamento contributi. Ci sarà anche Radiomondo

Manifestazione Nazionale Emittenti Locali
(Roma, 2 ottobre 2018, ore 10 sede del MISE – via Molise)

“Com’è noto la Manifestazione s’impone per protestare contro le graduatorie derivanti dalla applicazione del Regolamento sui contributi, di cui al DPR 146/17. Le graduatorie hanno confermato ciò che avevamo già anticipato sulla sua filosofia. Leggendolo attentamente si avverte “l’ombra del Nazareno” (accordo Renzi-Berlusconi) che sentenziò la decimazione dell’emittenza locale medio piccola attraverso i contributi statali in modo da spartire i 100 milioni di euro/anno fra i pochi della lobby confindustriale della comunicazione. L’azione è doppiamente vile in quanto accade, guarda caso, in un periodo di crisi del mercato della pubblicità locale in modo da non dare alcuna possibilità di uscita al fallimento delle 400 televisioni e le 800 radio che oggi occupano più di 2500 lavoratori.

VILI, TRADITORI, USURPATORI delle risorse dello Stato. Sia chiaro.
Quel Regolamento è stato firmato da Gentiloni e Padoan del precedente governo, controfirmato da Mattarella nonostante le evidenti storture costituzionali come quella dell’Auditel e del mancato rispetto delle consolidate norme UE sul “de minimis” ovvero degli aiuti di Stato.

DOPPIAMENTE USURPATORI
In quanto il Regolamento consente ai grandi gruppi confindustriali l’accaparramento senza limiti delle risorse del fondo in modo da lasciare le briciole alle emittenti medio piccole per farle inesorabilmente fallire. Lo ricordiamo a ogni piè sospinto: si tratta di 400 tv e 800 Radio locali e 2500 lavoratori in corso di licenziamento.

Per la cronaca noi della REA ci siamo rivolti al nuovo Governo Di Maio-Salvini unicamente per fermare quel criminale DPR “Ammazza Emittenti” per rivederlo di sana pianta. Il Ministro a cui spetta convocarci per ascoltare le nostre sacrosante ragioni è Luigi Di Maio di 5Stelle, ma fino ad oggi, nessuno si è fatto vivo nonostante siano stati notificati alla sua segreteria tre solleciti. Sicuramente avrà tante matasse da sbrogliare ma la nostra non è meno importante delle altre ivi compresa l’ILVA e la chiusura domenicale dei centri commerciali.

Certo è che L’ONDA LUNGA DEL NAZARENO SI FA SENTIRE
Abbiamo notizia certa che c’è un gran fermento nel Governo per trasformare il criminale Regolamento “Ammazza Emittenti” in Legge dello Stato inserendolo nel D.L. “Milleproroghe” in corso di discussione nel Parlamento.

SE CIO’ DOVESSE ACCADERE SARA’ LA FINE PER TUTTI
Sarà la fine di una battaglia di libertà, sarà la fine dei valori democratici derivanti dalla Costituzione come la libertà di parola e di pensiero, sarà la fine della credibilità nelle Istituzioni, ci sentiremo traditi anche dal Governo del Cambiamento per non averci dato l’opportunità di ascoltarci. Ecco il senso della nostra protesta nazionale verso il Governo, che si definisce del Cambiamento, ma che in soli tre mesi di vita ha dimostrato di essere “sordo” come i suoi predecessori.

Pertanto il 02 ottobre 2018 alle ore 10
TUTTI A ROMA PRESSO LA SEDE DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
di via Molise per chiedere al Governo giustizia e ascolto affinché sia FERMATO il decreto “Ammazza Emittenti Locali” studiato a tavolino dalla lobby confindustriale all’ombra del Nazareno. E’ una battaglia che ci ricorda le tante gloriose battaglie vinte negli anni ’70 sulla libertà d’antenna. Dobbiamo vincerla come quella del 27 luglio 1976 con la sentenza 202 della Corte che riconobbe la nostra sete di libertà d’antenna abbattendo il monopolio della RAI. Questa volta dobbiamo battere la Lobby della comunicazione cresciuta a dismisura grazie anche alle connivenze con le diverse Direzioni del Mise.

IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO NON PUO’ TOLLERARE I MALANDRINI
Di Maio e Salvini devono capirlo!! Lo Stato sta subendo una truffa da trecento milioni in tre anni.
Saremo in tanti a dirlo sotto le finestre del Ministro Di Maio. Verranno pullman di editori e di lavoratori licenziati da tutte le Regioni d’Italia.

Viva La Libertà, Viva la giustizia, Viva la Costituzione.