"La buona scuola", i professori: contestiamo i principi di fondo della riforma

L’assemblea sindacale del personale dell’Istituto Magistrale di Rieti intende esprimere vicinanza e solidarietà ai colleghi che in questo momento manifestano il proprio dissenso alla Riforma della scuola, presidiando la piazza di Montecitorio.
In questa sede si ribadisce quanto già emerso nell’Assemblea sindacale precedente lo sciopero generale (NELLE FOTO), in merito ai contenuti della Riforma e alle modalità con le quali è stata proposta, tramite un confronto che si è rivelato “falso”, “di facciata”, “sordo” e inconcludente.
Il Governo, nella persona del suo più alto rappresentante, troppo frequentemente riduce i suoi interventi pubblici a frasi e slogan inopportuni, populistici, distanti dalla vera realtà professionale degli operatori della scuola, offensivi nei contenuti e nelle modalità: come può dare lezioni sull’istruzione, chi si presenta con gessetto, lavagna e compie grossolani errori lessicali ?
Contestiamo fortemente i seguenti punti:
– Le modalità di individuazione del personale docente: i criteri utilizzati, per quanto trasparenti e condivisibili, rischiano di essere piegati a logiche clientelari e influenzati da fattori esterni, anche riconducibili a contesti che non sempre garantiscono il rispetto della legalità, estranei quindi alla scuola e agli obiettivi che intende raggiungere. È corretto “cestinare” il passato senza salvare nulla o quasi?
– Le modalità di valutazione dei docenti: siamo d’accordo sull’importanza della valutazione e sulla sua ricaduta nel migliorare qualsiasi azione e strategia didattica e educativa, ma non accettiamo che questa avvenga coinvolgendo soggetti che non possiedono le competenze, le conoscenze, la necessaria obiettività e il distacco in merito alla delicata operazione valutativa di professionisti. Si aprono anche altri scenari: è giusto che un “indagato” determini lo stipendio del giudice ? Il valutatore, valuta colui che poi lo valuterà?
– Il mancato rinnovo del contratto: preoccupante segnale della scarsa considerazione sociale e istituzionale dell’opera insostituibile del personale della scuola, ultima frontiera nella promozione e nello sviluppo di una società sana, spesso lasciato in solitudine nell’affrontare situazioni e problematiche non direttamente riconducibili all’esercizio del ruolo didattico. È facile cavalcare l’onda della guerra tra poveri.
– Assunzione dei precari: è inaccettabile l’offesa alla dignità di persone che da anni sostengono la scuola, sfruttate da ogni punto di vista e collegare la loro possibile assunzione all’esito di ogni Riforma. È un ricatto. È inaccettabile continuare a cambiare le regole legate alla stabilizzazione professionale, stravolgendo le indicazioni e le prospettive sulle quali migliaia di persone hanno compiuto delle scelte di vita. Lo Stato continua a contraddire se stesso.
– Le condizioni di lavoro: l’attenzione ai ritmi di sviluppo e apprendimento di ogni studente è impossibile in aule con 30 alunni, con ambienti spesso privi dei requisiti relativi alla sicurezza, cadenti strutturalmente e mancanti di adeguata strumentazione. Per fortuna ci sono ancora le lavagne e il gesso.
– Le risorse economiche: i fondi annunciati non coprono le esigenze reali e ordinarie della scuola. Sponsor e 5/1000 sono risorse interessanti, ma devono essere opportunità per tutti e non solo per alcuni.
Le suddette considerazioni non esauriscono la riflessione sulla Riforma della scuola e la contestazione dei suoi principi di fondo. L’impegno del personale della scuola è sempre andato e continua ad andare oltre quanto richiesto, per senso di responsabilità e per un “credo” mai tradito della professione. La lezione che vogliamo sia compresa dal Governo è quella dell’umiltà e dell’ascolto; coloro che esercitano un potere devono praticare convintamente tali virtù implicite nel loro mandato.
Le RSU e il personale della scuola presenti all’Assemblea sindacale dell’Istituto Magistrale di Rieti.
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