Ospedale Amatrice, minoranza: Scegliere l’ubicazione dopo la funzione nel sistema sanitario regionale

Sulla vicenda della ricostruzione dell’Ospedale Grifoni di Amatrice, sono ormai emerse due posizioni diverse che sembrano difficilmente conciliabili. Da una parte la domanda proveniente dai Sindaci del territorio, che chiedono di ricostruirlo lungo la Salaria, dall’altra quella dell’Amministrazione Comunale di Amatrice, che invece chiede di ricostruirlo “dov’era”.

Al di là dei fiumi di parole che sono stati spesi a sostegno dell’una o dell’altra tesi, è evidente che la scelta che si farà include una visione di prospettiva, che va oltre l’individuazione del sito. Su questo bisogna intendersi chiaramente: o l’ospedale di Amatrice è un pezzo del sistema sanitario regionale e nazionale, ed allora la sua nuova ubicazione va scelta in funzione della qualità e dell’accessibilità globali del sistema sanitario; oppure è un servizio aggiuntivo di cui fruivano principalmente i cittadini di Amatrice, ed allora venga pure ricostruito “dov’era”, ma sapendo che difficilmente potrà inquadrarsi efficacemente nel sistema sanitario regionale e nazionale.

Per questo il Sindaco di Amatrice Filippo Palombini, che giustamente si preoccupa di evitare con ogni mezzo lo spopolamento del territorio, sbaglia nel ritenere che ricostruire l’ospedale “dov’era” sia il modo migliore per “trattenere” la popolazione.

L’ospedale di Amatrice oggi non c’è più, ma la popolazione non lascia il territorio per questo motivo: tutti comprendono che per riavere l’Ospedale, a prescindere dal dove, sarà necessario qualche anno. La popolazione abbandona il territorio perché avverte una precarizzazione insostenibile delle reali possibilità di accesso all’assistenza sanitaria sul posto: precarizzazione che era già in corso prima del sisma e si è aggravata nei mesi successivi.

Per evitare lo spopolamento nel breve periodo, non serve a nulla promettere di ricostruire l’ospedale “dov’era”, e neppure illudere la popolazione che sarà ricostruito in tempi brevissimi: in questo momento servirebbe molto di più migliorare l’offerta sanitaria disponibile sul territorio, ad esempio potenziando il PASS in modo che possa erogare più prestazioni, con maggiore continuità, coprendo adeguatamente l’intero arco delle 24 ore.

Per evitare lo spopolamento nel medio lungo periodo, lo stesso spopolamento che era iniziato molto prima del 24 agosto 2016, sarebbe invece utilissimo ricostruire un ospedale moderno ed efficiente, che si configuri come elemento di qualità imprescindibile nell’ambito del sistema sanitario regionale e nazionale, nonché come elemento di pregio sociale per l’intero territorio, anziché una struttura concepita frettolosamente, avulsa dal contesto generale, e destinata a durare anche meno del tempo che ci vorrà per ricostruirla.