LAVORO, LA RISPOSTA DEI SINDACATI A PAGGI E COSTINI

Pietrantoni, Pescetelli, Paolucci

Due interessanti interventi quelli di Ivano Paggi e Chicco Costini che abbiamo letto sulla stampa. L’analisi della situazione economica e sociale corrisponde alla realtà.

Anche se, occorre dirlo,  Chicco Costini, diciamo, governa la Città di Rieti quasi da venti anni, la sua parte politica governa la Regione Lazio e  L’Italia. Il che  porta almeno a possibilità diverse per poter dare soluzioni. Si arriva alle bandiere sulla Salaria quando una decisione aziendale mette in serio pericolo il futuro dei lavoratori e dopo aver invano cercato di “contrattare” nei tavoli sindacali, quando le scelte economiche e industriali fatte dai governi centrali e regionali “costringono” una impresa a licenziare i lavoratori, quando le necessità di un territorio non trovano positive  risposte di governo.

Ecco, Rieti dai primi anni novanta (20 anni!) è vittima di tutti e tre i casi. In più, perché non dirlo, la rappresentanza territoriale ( anche se non tutta) ha subito le scelte o meglio le non scelte senza una adeguata reazione , spesso ha essa stessa teorizzato idee negative: “non serve più la Casmez”, “Non serve lo Stato di Crisi”, “L’industria è superata”, “il nucleo industriale non è il futuro”, “le grandi multinazionali sono state dannose”, “il futuro sta nel turismo, pure nel  pecorino e nel Peperoncino” ecc. ecc. .

Basta rileggere le pagine dei giornali. Dunque si è perso tempo, si sono perse le occasioni. Non si è voluto bene al proprio territorio, spesso si è andati a ricoprire un posto più che a rappresentare un territorio e quando il “caso” ci ha affidato qualche rappresentante di buon livello lo si è trattato come corpo estraneo e “triturato” nella bagarre politica di provincia. Stessa sorte è toccata anche a qualche amministratore locale che aveva provato ad alzare l’asticella della programmazione e dell’agire. Il Fiume Velino è stato inteso, nell’immaginario collettivo, un confine conciliato : Tu di là, Io di qua. Esagerato? Forse si, forse no. Di fatto la rappresentanza e la specificità del territorio ha perso rispetto e considerazione. La Città di Rieti Capoluogo è quella che sta pagando il prezzo maggiore fatto di mancanza di prospettiva per la stragrande maggioranza dei nostri ragazzi.

Si può riparare e rimettere in moto il futuro? Certo che si può! In questi anni il sindacato reatino ci ha provato tante volte e ad oggi  gli unici strumenti di sostegno per il territorio sono arrivati a seguito della “lotta” dei lavoratori che,a proprie spese, hanno sventolato le bandiere del sindacato beccandosi spesso ilarità, rimproveri ( non da tutti, certo!) e anche denuncie penali. Il 14 ci proviamo di nuovo, unitari, a chiedere di passare dalle parole ai fatti. Ci serve la  Regione Lazio, per questo abbiamo invitato l’Assessore al Bilancio. Serve che dal 15 giugno in avanti, rapidamente, portiamo a casa interventi necessari per gli imprenditori, per i lavoratori e per i giovani reatini. Il Sindacato lo assume come impegno prioritario. Chi sta al governo del paese e della Regione può fare altrettanto?

Vogliamo precisare, inoltre, che alla Seko non è in atto alcuno scontro. Più semplicemente, dopo una decina di anni senza contrattazione integrativa i lavoratori, pressoché all’unanimità, hanno avanzato delle richieste e delle proposte. Le critiche non servono. Come non serve demonizzare le richieste e le proposte che vengono avanzate. Perché il vantaggio competitivo di un’azienda risiede, anche, nella capacità di disporre, organizzare e considerare le risorse umane occupate, nella consapevolezza che la “pump valley” possa esistere e svilupparsi dando valore al Know how dei giovani lavoratori.

Se tutto ciò ha un valore in generale, ancor di più tale concetto deve valere per un’azienda come la Seko, eccellenza industriale nazionale e fiore all’occhiello del nostro territorio. Per questo i passi di una saggia e corretta concertazione territoriale, possano accompagnare le istituzioni, l’impresa, ed il sindacato, verso un percorso che parte dall’osservazione dell’esistente e dall’esigenze espresse dai lavoratori e direzioni aziendali, per sviluppare soluzioni creative e personalizzate, radicandole saldamente alla realtà economica, territoriale e sociale dell’impresa.