L'infanzia nel Lazio

L’11,2% dei minori nella regione Lazio vive in povertà relativa, buona la spesa media pro capite per i servizi sociali destinati a famiglie e minori di 181euro, anche se con forti differenze tra le province. Roma registra 2 comuni sciolti per mafia ed un indice di presenza mafiosa pari al 21,61%. Quasi 1 bambino su 10 al Centro non può permettersi attività extra-scolastiche e 1 scuola su 4 non può contare su una mensa, nel Centro Italia 158mila i minori in povertà assoluta, documenta il 6° Atlante dell’Infanzia “Bambini senza”.
Oltre 4.500 bambini nei 13 Punti Luce di Save the Children, tra cui quelli di Torre Maura e Ponte di Nona a Roma, e apertura il 20/11 di 3 nuovi Punti Luce a Milano, Napoli, Sassari.
Al via la Rete delle ragazze e dei ragazzi per Save the Children “per cambiare le cose”
Deprivati di una vita dignitosa e delle opportunità per sviluppare i propri talenti, anche a causa della crescente illegalità di cui sono vittime dirette e indirette. è la condizione sperimentata da centinaia di migliaia di minori in Italia, documenta il 6° Atlante dell’Infanzia (a rischio) “Bambini senza. Origini e coordinate delle povertà minorili”, di Save the Children – l’Organizzazione internazionale indipendente dedicata dal 1919 a salvare i bambini e difenderne i diritti. 200 pagine di analisi e dati geolocalizzati in 62 originali mappe, l’Atlante è a cura di Giulio Cederna, corredato dalle foto di Riccardo Venturi ed è disponibile anche online, con una piattaforma multimediale interattiva (www.atlante.savethechildren.it  #bambinisenza).
Viene diffuso oggi, alla presenza del Presidente del Senato Pietro Grasso e alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Infanzia (20 novembre p.v.), nell’ambito della campagna “Illuminiamo il Futuro”, avviata da Save the Children con l’obiettivo di debellare la povertà educativa in Italia entro il 2030.
Come racconta la mappa dei bambini senza, nel Centro Italia i minori in povertà assoluta sono 158mila. Circa 1 bambino su 10 non ha la possibilità di frequentare corsi extrascolastici (musica, sport, ecc), più di 1 bambino su 20 non può contare su abiti nuovi e quasi il 5% di loro non ha la possibilità di acquistare libri extra-scolastici mentre 1 su 5 non può permettersi di trascorrere almeno una settimana in vacanza lontano da casa. Il 3,2% vive in una famiglia che non può invitare a casa i suoi amici, percentuale che sale al 4,2% quando si tratta di non poter festeggiare occasioni speciali come il suo compleanno oppure di non poter frequentare gite scolastiche o altri eventi a pagamento organizzati dalle scuole. Il 3,1% non assume un pasto proteico almeno una volta al giorno. Al Centro più di 2 bambini su 5 tra i 3 ei 17 anni, non praticano nessuna attività fisica. Più di 1 su 10 non può permettersi uno spazio adeguato in casa per studiare o fare i compiti (12,7%).
Migliaia di minori pagano un prezzo altissimo all’illegalità e corruzione che pervade i territori in cui vivono: almeno 85 i bambini e adolescenti incolpevoli uccisi in tutta Italia dalle mafie dal 1896 ad oggi – come racconta la prima mappa realizzata in base ai dati forniti dall’associazione Libera – e molti di più coloro che hanno assistito all’uccisione di familiari, ritrovatisi orfani o adescati e arruolati giovanissimi nelle file della criminalità organizzata. I genitori del Centro Italia sembrano soffrire più degli altri il rischio di criminalità nella zona in cui abitano. Quasi il 35% delle famiglie residenti nell’area infatti, considera molto presente questo problema per i propri figli. Una percentuale che supera perfino quella del Sud (33,5%).
Il Lazio, in particolare ha due dimensioni opposte rispetto a questo problema: se da un lato la provincia di Roma presenta 2 comuni sciolti per mafia ed un indice di presenza mafiosa[1] pari al 21,61%, dall’altro Rieti e Viterbo sono le province virtuose con rispettivamente un indice dello 0,36% e dello 0,89%.
Nel Lazio, come nel resto d’Italia, la deprivazione di possibilità, di stimoli e di opportunità si riflette anche nelle scarse performance scolastiche: nella regione circa 1 alunno di quindici anni su 4 non raggiunge il livello minimo di competenze in matematica e 1 su 5 in lettura (mappa sul deficit di competenze). Un bambino su 2 tra i 6 e i 17 anni non ha svolto quattro o più attività ricreative durante l’anno (60,2%) o non ha visitato mostre o musei (50,9%) nell’ultimo anno. Inoltre nei bambini tra gli 8 e i 9 anni più di 1 su 4 ha un eccesso di peso (31,1%), poco più della media nazionale (30,7%).
Sono poi oltre 500.000 i giovani in Italia(15-29 anni) che, negli anni, hanno deciso di trasferirsi al Nord per trovare lavoro e condizioni di vita migliori, anche se il fenomeno non sembra riguardare in modo particolare il Lazio. Per la gran parte laureati (mappa Se ti laurei ti cancelli).
E tra le numerose ferite che affliggono l’infanzia in Italia, l’Atlante documenta il clima di violenza nel quale crescono troppi bambini, che segna il loro rapporto con la città e il quartiere, la relazione con i coetanei (per i fenomeni di bullismo e di discriminazione), la vita in casa: si stimano in circa 400 mila i minori vittime di violenza assistita dentro le pareti domestiche. Non possiamo infine non ricordare la condizione dei minori stranieri che arrivano in Italia da soli (nell’ultimo anno più di 11 mila – mappa Arrivati via mare) che, dopo un viaggio spesso drammatico, anche in Europa sono a rischio di cadere in circuiti criminali di sfruttamento, se non si attiva una adeguata rete di protezione.
“La sesta edizione dell’Atlante documenta le deprivazioni più gravi che colpiscono i bambini in Italia, portando alla luce l’impatto devastante dell’illegalità nelle loro vite”, spiega Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia. “Le mafie e i fenomeni corruttivi esercitano una violenza diretta e indiretta sui minori. Inoltre le deprivazioni continue dei quali i minori sono vittime, possono pregiudicarne il pieno sviluppo. Sapere che ci sono ancora in alcune regioni del Centro Italia, famiglie che temono per la sicurezza dei propri figli a causa del problema della criminalità nella zona dove abitano, oppure bambini che non possono acquistare libri o non hanno la possibilità di studiare perché non hanno uno spazio adeguato in casa, è inaccettabile” aggiunge ancora Valerio Neri.
“Vivere in un ambiente deprivato dal punto di vista sociale ed educativo per un bambino significa non avere l’opportunità di scoprire le proprie capacità e i propri talenti e non poter costruire liberamente il proprio futuro. E’ questo che intendiamo quando parliamo di povertà educativa, una piaga drammatica nel nostro paese.”, sottolinea Raffaela Milano Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children Italia. “Nello specifico, le regioni del Centro Italia soffrono ancora di gravi mancanze. Il Lazio in particolare, nonostante una spesa pro capite per i servizi sociali destinati a famiglie e minori al di sopra della media nazionale, conserva delle criticità come la bassa presenza di mense nelle scuole e una presenza mafiosa molto forte in alcune province, o la presenza di aree particolarmente deprivate, come le periferie delle grandi città, che necessitano interventi a sostegno”.
Per questo, nell’ambito della campagna “Illuminiamo il Futuro” – che ha l’obiettivo di debellare la povertà educativa entro il 2030 – , Save the Children ha aperto in 8 regioni 13 Punti Luce e altri 3 saranno inaugurati il 20 novembre. Sono più di 4.500 i minorenni che li frequentano o vi sono entrati in contatto in un solo anno, dall’avvio delle attività. A Roma sono già presenti due Punti Luce in piena attività. Il primo nel quartiere di Torre Maura[2], inaugurato lo scorso 23 aprile, e il secondo in quello di Ponte di Nona[3]. Si tratta di centri socio-educativi in aree urbane svantaggiate che, con l’aiuto di associazioni partner, danno la possibilità a bambini e adolescenti di sviluppare il loro potenziale, grazie ad attività ricreative, sportive, espressive e di sostegno allo studio.
“I Punti Luce così come altri coraggiosi progetti a cui diamo voce nell’Atlante, dimostrano che c’è un’alternativa alla povertà e all’illegalità e che un cambiamento è possibile”, aggiunge Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children. “è cruciale pertanto che il governo confermi il suo impegno in questa direzione approvando le misure di contrasto alla povertà minorile per la prima volta inserite nella legge di stabilità, che introduce anche, in via sperimentale, un fondo triennale finalizzato espressamente a contrastare la povertà educativa”, spiega.
Bambini senza Stato: le povertà minorili e le briciole della spesa sociale per l’infanzia
L’incidenza della povertà assoluta nelle famiglie con almeno un minore è triplicata tra il 2005 e il 2014, passando dal 2,8% all’8,5%, per un totale di oltre 1 milione di bambini colpiti, racconta l’infografica. Nel Centro la povertà assoluta è pari al 7,5%, mentre risulta più estesa nel Mezzogiorno ( 9,3%) e anche al Nord (8,3%). A fronte di ciò, in presenza di forti difficoltà economiche, colpisce l’esiguità delle risorse stanziate per l’infanzia: la spesa sociale nell’area famiglia e minori in Italia è molto più bassa della media europea, con 313 euro pro-capite, a fronte di 506 euro in media in Europa e dei 952 euro pro-capite della Germania. Se poi si considera l’investimento nei servizi erogati dai comuni, emergono allarmanti differenze, come racconta la mappa su I baratri della spesa sociale: si va dai 242 euro pro-capite di spesa per l’area famiglia e minori in Trentino ai 20 euro pro-capite della Calabria, a fronte di una media nazionale di 113 euro[4]. A livello provinciale, colpiscono le disparità tra i 393 euro pro-capite di Trieste e i 350 di Bologna[5] e gli 8 euro a testa di Vibo Valentia, i 18 di Crotone, i 20 di Cosenza e Avellino.
Nel Centro Italia le famiglie con minori in povertà assoluta sono 98mila, con un’incidenza della povertà minorile pari al 7,5%, al di sotto della media nazionale (10%). Nel Lazio quasi 1 minore su 10 (11,2%) è in povertà relativa, a fronte di una media nazionale del 19%, anche se la spesa pro capite per i servizi sociali destinati a famiglie e minori ha una media 181€, molto più alta di quella nazionale (113€), ma non senza qualche eccezione. Le province di Latina (61€) Frosinone (62€) e Viterbo (66€) registrano una spesa pro capite molto più bassa. Roma invece è una capitale virtuosa con una spesa media di 233€.
Rimandati in istruzione
La fotografia del sistema scuola presenta molte criticità, a partire dalla penuria del tempo pieno (si veda mappa Alla ricerca del tempo pieno), garantito nel Lazio per quasi 2 classi su 4 della scuola primaria (45,8%). La maglia nera se la aggiudica la provincia di Frosinone con quasi 1 classe su 10 (7,5%) seguita da quella di Viterbo (12%) mentre nella provincia di Roma la situazione è nettamente migliore con il tempo pieno in più di 1 classe su 2 (58,9%). Rieti la segue con più di 1 classe su 4 (28,7). Diversa la situazione del servizio mensa[6] nelle scuole che nel Lazio manca in quasi 2 istituti su 5 (37%).
Un cambiamento possibile
“Con la legge di stabilità per la prima volta, seppure con un budget ancora non adeguato, il tema della povertà minorile entra nell’agenda di governo e è di particolare rilievo la costituzione di un fondo ad hoc sulla povertà educativa”, aggiunge Raffaela Milano. “Speriamo che si garantisca, alla prova dei fatti, un vero rigore nella attuazione di queste misure, con adeguati strumenti di monitoraggio e valutazione di impatto. Occorre mobilitare su obiettivi comuni il grande patrimonio educativo che comunque fortunatamente c’è nel nostro paese. Allo stesso tempo, occorre dare spazio e fiducia ai bambini, ai ragazzi e alle ragazze, affinché possano essere non i fruitori, ma i protagonisti di questo impegno”, conclude.
E un importante segnale positivo proprio su questo fronte viene oggi dal lancio della Movimento delle ragazze e dei ragazzi per Save the Children, che vogliono essere attori e voce del cambiamento. In particolare, attraverso la campagna virale “o sottovoce o SottoSopra”, online da oggi, il gruppo di giovanissimi – già attivi in nove città italiane – invita i coetanei a prendere coscienza di ciò che non va nei loro territori e ad impegnarsi in prima persona per cambiare le cose.