“Io da capogiro. Io senza respiro”. San Giorgio ha accolto il ricordo – ringraziamento a Raffaella Carrà

“A raccontare la mia vita comincia tu…”

Raffaella Carrà colta nella solitudine del camerino, delle 60 vasche ogni mattina in piscina per imparare a respirare, dei vestiti di scena regalati ai bisognosi della parrocchia. Questo racconto é di Laura Perez, che con la Carrà avrebbe voluto parlarci al telefono quand’era in tv, ma non le fu passata perché aveva solo 8 anni.

Un racconto affidato a Cecilia Di Giuli e scandito dalle più belle canzoni di Raffaella, arrangiate ed eseguite da Denis Zardi e Lucrezia Proietti in occasione dello spettacolo “Io da capogiro. Io senza respiro”.

Giovedi scorso nella ex Chiesa di San Giorgio si è tenuto il terzo appuntamento della rassegna della Fondazione Varrone con un racconto musicale di una vita “senza respiro”, quella poco luccicante, ma molto luccicosa di Raffaella Carrà, una bambina che da grande voleva semplicemente fare la ballerina e invece ha fatto, ed è stata, molto di più.