Fp Cgil: È l'ora delle ferie, l'Asl accorpa i reparti

La deriva viene da lontano, da anni di scelte non fatte o fatte male, dall’ assenza di programmazione, di strategie, dal commissariamento e dal blocco delle assunzioni. Come organizzazione vogliamo diventare portavoce della denuncia ma anche del cambiamento.
Infatti BASTA lo diciamo per primi a noi stessi, la realtà è che i cittadini hanno perso fiducia nella sanità di questo territorio e i dati della mobilità passiva ci confermano questo. Poi ci sono i lavoratori stremati e stressati da turni massacranti per far fronte alla cronica carenza di personale al fine di garantire servizi ed assistenza ai cittadini.
Apprendiamo con soddisfazione della concessione, da parte della Regione Lazio di sole 19 deroghe che riteniamo però insufficienti a dare quella boccata di ossigeno di cui questa azienda ha bisogno per ripartire, sono solo una goccia in un oceano.
Ci preoccupano le modalità di avvio dei nuovi modelli organizzativi e dei nuovi servizi come la stroke unit e i reparti a degenza infermieristica, vista la grave carenza di personale ci chiediamo come e con quali risorse umane si farà tutto questo? Come verrà garantita la sicurezza dei cittadini e degli operatori che ci lavoreranno?
Per questo riteniamo importante avviare un confronto sui seguenti argomenti:
• un’analisi più dettagliata della pianta organica, divisa per U.O.C. Con l’obiettivo di avere dalla Direzione Aziendale risposte chiare e precise sul futuro del nostro personale precario e/o interinale.
• Dipartimento delle Professioni Sanitarie,un nuovo modello da tanti anni atteso, struttura cardine per la buona organizzazione dei nuovi modelli, che vogliamo che abbia come obiettivo primario la vera e reale valorizzazione delle professioni sanitarie. Quello proposto nell’atto aziendale a nostro avviso non va in questa direzione, la scelta di due porvi al loro interno due sole strutture, oltre che andare in contrasto con quanto scritto negli atti di indirizzo regionali non valorizza in maniera equa le varie professioni. Si ripropongono in “brutta copia” un modello già esistente, il SAPS, che in questi anni ha mostrato i suoi limiti. Tanto che è storia di questi giorni la necessità di ricorrere a un consulente esterno regolarmente a gettone che settimanalmente si presenta nell’ASL di Rieti.
• verifica dei fondi contrattuali, per riavviare, qualora ci fossero le risorse economiche, la contrattazione decentrata per riconoscere le , fasce economiche, le indennità di terapia intensiva, un sistema incentivante meno burocratizzato, etc…
Da queste proposte la nostra Organizzazione Sindacale intende ripartire e lo faremo chiedendo la condivisione direttamente alle lavoratrici e lavoratori tramite gli strumenti a nostra disposizione.
Nota di Maria Pietrolucci e Antonio Beccarini della FP CGIL Rieti.