Esecutivo nazionale UIL Scuola – DOCUMENTO FINALE

L’Esecutivo nazionale UIL Scuola, riunito il 20 e 21 marzo 2019, presso l’Hotel Silva Spendid, ha approvato la relazione del segretario generale, il dibattito e le conclusioni.

La mancanza di risposte da parte del Governo impone un preciso impegno politico, sindacale. In particolare:

1. Rinnovo del contratto nazionale e emergenza stipendiale

Il rinnovo del contratto deve affrontare e risolvere l’emergenza retributiva del personale della scuola. Occorrono risorse aggiuntive per recuperare il gap retributivo, attraverso la costituzione di un fondo specifico (come è stato per i dirigenti scolastici).

Gli stanziamenti, per il rinnovo del contratto 2019-2021, sono ampiamente insufficienti, troppo distanti dalle coperture necessarie a recuperare il divario dalla media retributiva dei paesi europei, che ci prefiggiamo di raggiungere.
Parallelamente appare importante rispondere all’esigenza di proseguire l’opera di riequilibrio tra legge e contratto, messo nuovamente a rischio da proposte di legge del Governo e rafforzare la missione nazionale del sistema dell’istruzione.

2. Fase transitoria di reclutamento

A settembre 2019, in assenza di atti concreti, sarà a rischio il normale avvio dell’anno scolastico. Mancheranno all’appello i posti derivanti dai pensionamenti, ampliati dagli effetti della quota 100, dall’aumento dei posti in deroga per il sostegno e dalla mancata copertura di 32 mila posti previsti per il corrente anno scolastico. E’ inaccettabile che tali posti vengano coperti con incarichi a tempo determinato, per il secondo anno consecutivo, anche per i posti in organico di diritto con l’effetto di aumentare invece che contenere il precariato.

3. Vertenza ATA

E’ urgente l’adozione di misure per la semplificazione organizzativa, l’internalizzazione delle funzioni ATA, la ridefinizione dei profili professionali. Ciò anche in relazione alla ricaduta dei processi di digitalizzazione sull’organizzazione e sui carichi di lavoro del personale.
Vanno riavviate le posizioni economiche e i passaggi di qualifica.

4. Nessuna autonomia regionale in tema di istruzione

La ventilata attuazione dell’autonomia differenziata, già richiesta da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna prefigura una competenza legislativa esclusiva e diretta della regione in materia di istruzione.

Tale ipotesi aggirerebbe il modello e del sistema d’istruzione previsto dalla lettera e dalla ratio della Costituzione. Ciò è in netto contrasto con la funzione unificante del paese che svolge l’istruzione statale. Il proliferare di disegni e proposte ha l’effetto di dividere ulteriormente le posizioni e gli interessi del personale, oltre che dei cittadini. Si induce l’idea che la differenziazione arrechi vantaggi ed utilità mentre l’effetto diretto sarà di divisione, disuguaglianze, dispersione di diritti, tutele e risorse. Il continuo richiamo alle scuole private e la persistente opera di svilimento della scuola statale, prefigurano una volontà di privatizzazione del sistema che, invece, va preservato da una svendita che danneggerebbe milioni di studenti e di famiglie che – nella scuola statale – possono trovare una prospettiva positiva di futuro individuale e collettivo.

In questo contesto, l’Esecutivo Nazionale delibera la prosecuzione:

– della mobilitazione in atto, di tutto il personale della scuola, di ogni ordine e grado ed impegna le strutture a partecipare alle azioni definite unitariamente – a partire dagli attivi del 22, 28 e 29 marzo – che vedranno, in continuità d’intenti, la partecipazione delle tre organizzazioni confederali, dello Snals Confsal e della Gilda Unams.

– della campagna di assemblee, auspicabilmente unitarie, in tutte le scuole, per informare, coinvolgere e sensibilizzare i lavoratori e la comunità educante intorno alla grave situazione che incombe sulla scuola statale.
Ciò moltiplicando gli sforzi, anche coinvolgendo le RSU in ogni scuola, per la raccolta delle firme dell’appello contro la regionalizzazione. Iniziativa pubblica che interessa non solo il personale della scuola, ma tutti cittadini, gli studenti, le famiglie.

Con questi riferimenti, l’Esecutivo Nazionale dà mandato alla Segreteria nazionale:

per l’adozione, in coerenza con i contenuti della presente delibera, di ulteriori azioni di lotta, adeguate alle risposte sul versante dei problemi sindacali aperti.
A tale scopo saranno avviate le necessarie procedure di conciliazione e raffreddamento, previste dalla Legge 146/90, che potranno sfociare (in caso di esito negativo), nello sciopero generale della scuola, da calendarizzare nella prima parte del mese di maggio.

Approvato all’unanimità.