COVID-19, CGIL scrive a D’Amato: proposte ed interventi urgenti a sostegno del lavoro e dei lavoratori

Le nostre prime proposte di interventi urgenti sugli argomenti discussi nella scorsa riunione che potrebbero aiutare il la Regione Lazio nell’affrontare l’emergenza COVID-19

Personale ed assunzioni:

  • le assunzioni annunciate sono, purtroppo, insufficienti per far fronte all’emergenza che si sta profilando. Dai nostri studi, sulla situazione di carenza del SSR riteniamo che sia necessario procedere all’assunzione, entro il 2020 di almeno 2500 unità e nel 2021 di ulteriori 2500 unità. In sintesi, nel 2020 si tratta di aggiungere altre 750 assunzioni oltre le 1000 preventivate prima dell’emergenza e le 750 da voi annunciate. Tali assunzioni dovranno essere tutte a tempo indeterminato.
  • le procedure debbono essere velocizzate, con tempi di selezione, dove previsti perché in assenza di graduatorie valide, il più possibili contingentati e con procedure definite dalla Regione per prevenire discrasie tra un’Azienda e l’altra che avrebbero il solo effetto di favorire i contenziosi e rallentare le procedure stesse.
  • L’avvio di tutte le procedure di reclutamento dovrà essere oggetto di confronto con le OO.SS..
  • Vanno definiti accordi preventivi ad eventuali modifiche di articolazione dell’orario di lavoro del personale, con previsione anche di strategie necessarie per permettere ai nuclei familiari la gestione di eventuali figli minori, anche in considerazione del blocco della didattica e del fatto che numerosi nuclei familiari sono costituiti da genitori entrambi lavoratori del SSR.
  • Sono da prevedere, in maniera uniforme su tutto il territorio regionale, permessi per le assenze dovute ad emergenza da concedere al personale affetto da patologie croniche o con multimorbilità, ovvero con stato di immunodepressione congenita o acquisita debitamente certificato.
  • Va definita con estrema urgenza l’erogazione delle Risorse Aggiuntive Regionali per il personale impiegato nell’emergenza.
  • Per le strutture private si chiede di interrompere tutte le attività differibili nell’ambito delle terapie domiciliari, ambulatoriali, in day hospital e, soprattutto, nelle strutture con più tipologie, ridurre alle sole attività assistenziali e riabilitative in acuto. Si chiede inoltre di ridurre gli interventi in elezione. Riducendoli il più possibile ed evitando che vengano da fuori regione. Ciò potrebbe permettere di disporre il comando di personale già formato da tali strutture verso le strutture più direttamente coinvolte nell’emergenza COVID-19. La Regione deve vigilare sulle strutture private affinché vengano rispettate le disposizioni riguardanti la rimodulazione dei servizi.

Appalti

  • È necessario garantire la proroga temporanea di tutti gli appalti in corso e la sospensione di tutti procedimenti amministrativi relativi ad eventuali cambi appalto di servizi (in corso di definizione e già attivati), inclusi quelli disposti dalle singole Direzioni/strutture sanitarie.
  • Intervenire tempestivamente sulle aziende che non garantiscono il corretto pagamento degli stipendi con gli strumenti previsti dalle norme con specifico riferimento all’articolo 30 del dlgs 50/2016

Sorveglianza Sanitaria:

  • In relazione alle disposizioni di cui all’art.7 dl 14 del 2020 la Regione deve chiedere la modifica e sottoporre il personale esposto a tampone al fine di tutelare i lavoratori e la tenuta stessa del sistema.

Sicurezza:

In relazione all’allegato A della Regione Lazio “RACCOMANDAZIONI PER LA PREVENZIONE O LIMITAZIONE DELLA DIFFUSIONE DEL SARS-CoV-2 E DELLA PATOLOGIA CORRELATA (COVID-19)”

Prima emissione 11 marzo 2020 in oggetto, basato su un documento del WHO del 27 Febbraio 2020, questa O.S. muove le seguenti osservazioni:

  • nel documento del WHO del 27 Febbraio 2020 le precauzioni ed i dispositivi da adottare sono distinti nei casi “contact and droplet” e “aerosol-generating procedure” e per la prima fattispecie si sostiene siano sufficienti la maschera chirurgica, la protezione per gli occhi, la vestaglia completa ed i guanti mentre per la seconda è richiesto un respiratore N95 o almeno le maschere FFP2; fra le procedure generanti aerosol il documento correttamente comprende la NIV (ventilazione non invasiva) e la NIV può essere effettuata non solo nei DEA ma anche in regime di degenza ordinaria nei reparti di broncopneumologia, cardiologia e medicina; l’allegato in oggetto omette completamente la NIV;
  • i pazienti sospetti o confermati Covid-19 possono andare incontro a rapida evoluzione del quadro clinico e quindi è da prevedere che possano necessitare di manovre rianimatorie e/o ventilatorie;
  • nella Circolare del Ministero Salute n. 5443 del 22/02/2020 si specifica che, nella gestione dei casi COVID 19 nelle strutture sanitarie “Il personale sanitario in contatto con un caso sospetto o confermato di COVID-19 deve indossare DPI adeguati, consistenti in filtranti respiratori FFP2 (utilizzare sempre FFP3 per le procedure che generano aerosol), protezione facciale, camice impermeabile a maniche lunghe, guanti”; tale circolare è la conseguenza della circolare del Ministero della Salute n. 4373 del 12/02/2020 in merito ai DPI da utilizzare citata nel DL 02/03/2020 n. 9 “Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”;
  • le mascherine di tipo FFP2 e FFP3 sono adeguate per la protezione da agente biologico dei gruppi 2 e 3 e per qualche agente biologico del gruppo 4. Questi gruppi sono definiti dalla Direttiva europea 2000/54/CE per cui gli agenti biologici di questi gruppi possono provocare patologie gravi nell’uomo ma quelle del gruppo 2 non si diffondono, quelle del gruppo 3 si diffondono ma esistono efficaci misure profilattiche o terapeutiche mentre quelle del gruppo 4 hanno elevato rischio di diffusione e non esistono misure di profilassi o terapie.

Alla luce di quanto esposto questa O.S. chiede una immediata revisione delle direttive operative, che vada nel senso della maggior tutela possibile della salute degli operatori sanitari pubblici e privati accreditati, dove si preveda, in accordo con la Circolare del Ministero Salute n. 5443 del 22/02/2020, l’obbligo di usare filtranti respiratori FFP2/FFP3, protezione facciale, camice impermeabile a maniche lunghe e guanti per il personale sanitario in contatto con casi sospetti o confermati Covid-19 e l’obbligo della mascherina chirurgica per tutto il personale sanitario, per i pazienti che accedano al DEA e/o a procedure ambulatoriali o più in generale per chiunque acceda negli Ospedali.

Si chiede inoltre che la Regione e le ASL (in qualità di committenti) vigilino sulla corretta fornitura dei DPI quali ad esempio mascherine, guanti monouso e, laddove necessario, camici monouso e prodotti di sanificazione garantendo così anche a tutti i lavoratori in appalto di avere gli strumenti di protezione previsti al fine di garantire la massima sicurezza nello svolgimento delle loro prestazioni.

La Regione e le ASL devono vigilare sulle aziende in appalto del settore affinché siano garantiti gli spogliatoi, le docce etc… per tutto il personale cui è prescritto l’uso di divise nelle strutture sanitarie, nonché favorire le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro a tutela di tutti i lavoratori così come previsto dall’art. 1 comma 7 lettera “e” del DCPM 11 marzo e dalle stesse raccomandazioni della Regione Lazio.

Il Segretario Generale CGIL Michele Azzola