Consiglio Territoriale Immigrazione, sensibilizzati i Sindaci a realizzare Centri Sprar

Si è tenuto, nella mattinata odierna, presieduto dal Prefetto di Rieti dr. Valter Crudo, il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione con la partecipazione del Vescovo di Rieti S.E. Domenico Pompili.

Presenti anche parte dei Sindaci dei comuni della provincia, l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune capoluogo nonché i rappresentanti degli enti che istituzionalmente ne fanno parte.

Il Prefetto ha illustrato ai partecipanti la situazione in provincia dei centri di accoglienza straordinaria (CAS) e degli SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) e ha preannunciato la imminente pubblicazione di un nuovo bando di gara europeo che prevede una distribuzione più omogenea dei migranti su tutto il territorio al fine di alleggerire le presenze nel capoluogo e favorire una ospitalità “diffusa”, che agevoli percorsi integrativi più efficaci.

E’ intervenuto successivamente il Vescovo che si è rivolto ai partecipanti sensibilizzando in particolare i Sindaci ad aderire al sistema SPRAR. Tale sistema, ha proseguito, consente agli Amministratori locali di gestire in via diretta l’accoglienza dei richiedenti asilo, con il vantaggio di poterla programmare ed organizzare sia nei numeri che nelle modalità, con criteri aderenti alla peculiarità del territorio, ma anche di ottenere dei benefici economici, come previsto dalla normativa vigente. Lo stesso ha sottolineato, altresì, come, in virtù di tali benefici si possa superare la gestione emergenziale e trasformarla in opportunità di crescita economica e culturale, soprattutto per i Comuni che soffrono di un progressivo spopolamento.

Presente anche un rappresentante dell’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali che, unitamente al Ministero dell’Interno, sta attuando un progetto, cofinanziato dall’Unione Europea, denominato “Servizio di potenziamento e di supporto alla governance dei Consigli territoriali per l’immigrazione”.

Tale progetto europeo, presentato oggi, prevede l’attivazione, a livello locale, di un Tavolo di monitoraggio dei processi di accoglienza dei flussi non programmati, in modo da poter disporre di uno strumento che non solo consenta un’attività di verifica qualitativa del lavoro svolto, ma che permetta anche di costruire un rapporto di collaborazione tra i vari attori che intervengono a supporto dell’accoglienza.