Consegnata a Pietro Carotti la Toga d’Oro per i 50 anni di professione

Stamane, 17 dicembre 2022, è stata consegnata all’avvocato Pietro Carotti l’onorificenza della Toga d’Oro. La cerimonia, che ha celebrato i cinquanta anni di professione, si è tenuta presso il Tribunale di Rieti.

Il penale come passione, la politica come mezzo per intervenire sui temi della giustizia, con provvedimenti che hanno lasciato il segno nella legislazione giudiziaria. Pietro Carotti festeggia i 50 anni di professione, traguardo che assegna la Toga d’Oro, solo una parte dei quali trascorsi a Montecitorio dove è stato deputato dal 1996 al 2001 durante il governo dell’Ulivo, componente della Commissione Giustizia della Camera e delle Commissioni bicamerali e speciali sul terrorismo, legando il proprio nome a una legge conosciuta come quella che, nel 1999, ha varato la riforma del Giudice Unico, introducendo modifiche al Codice di Procedura Penale.

Ma non solo questo, al penalista va attribuito il merito di aver fatto nascere a Poggio Mirteto una sezione distaccata del tribunale al posto della Pretura soppressa, e di riesumare il progetto, abbandonato negli anni ’80, sulla costruzione del nuovo carcere di Rieti, realizzato poi a Vazia, riuscendo a coinvolgere anche il Centrodestra che, in una storica seduta del consiglio comunale, votò a favore della proposta di Carotti che voleva dotare la città di una struttura degna di tale nome, al posto della vecchia casa circondariale di Santa Scolastica.

Politica, quindi, intesa come perseguimento di obiettivi di crescita e non per rafforzare il consenso elettorale attraverso operazioni clientelari. Un’esperienza parlamentare arricchita dalla realizzazione di libri contenenti riflessioni e approfondimenti su questioni di diritto, che in passato hanno portato a Rieti gli ex ministri della Giustizia Oliviero Diliberto e Piero Fassino, e l’ex sottosegretaria Anna inocchiaro, pronti a sostenere dibattiti pubblici con l’autore.

Ma, Pietro Carotti, è soprattutto una figura legata al penale (è stato il primo presidente della Scuola Forense Sabina), passione eredita dal padre Italo, a sua volta figlio di un avvocato (oggi nello studio di via Potenziani, dove hanno svolto la pratica legale diversi penalisti reatini, è attiva la quarta generazione di avvocati con Nicoletta, Italo e Filippo), e che l’ha portato a essere protagonista nelle aule dei tribunali italiani. Una storia lunga, costellata di tanti successi, a partire dalle difese assunte per conto di politici coinvolti nelle inchieste più scottanti sulla corruzione che “regalarono” a Rieti una poco gradita notorietà nazionale.

Erano gli anni 90, quelli di Tangentopoli, e la procura sabina, pur ridotta nel numero di magistrati (un procuratore e un sostituto) e con a disposizione mezzi investigativi insufficienti, riuscì comunque a portare a termine indagini non facili, ostacolate da omertà e complicità trasversali esistenti nei maggiori partiti politici. Carotti li difese quasi tutti gli imputati eccellenti, riuscendo al termine di procedimenti lunghissimi, a strappare assoluzioni che alla vigilia apparivano difficili da portare a casa.

Da Giustiziari.it