Con SLO nuova energia per Civitavecchia, Rieti, Terni e Viterbo

Due giorni di grandissimo successo, andato anche oltre le aspettative di SLO, Sustainable Life Opportunity e da Bioresort Parco dei Cimini, organizzatori dell’evento di presentazione del progetto Slofactory&Slofarm.
“Comunicazione, architettura, programmi, quello che conta è cambiare culturalmente per intervenire sul tecnologico e l’industriale” è questa la mission dichiarata di Tommaso Onofri, che ha dato il via alla conferenza presentando una serie di progetti che si sono trasformati in successi.
Un incontro altamente tecnico, merito delle migliori professionalità del settore che si sono alternate negli interventi, talvolta scambiandosi pareri in dibattiti estemporanei.
Giordano Ciglieri, per Fincantieri, sotto gli occhi del collega ingegner Domenico Sorvillo, ha presentato il modello di turbina realizzata per essere competitiva con gli scarti di potatura e legname recuperabili nel territorio, con la Tuscia che vanta anche un legno secco come quello della nocciola, rispettando pienamente i limiti imposti dalla legge.
Un argomento accolto con fiducia dal professor Monarca, università della Tuscia: “Questi progetti richiedono delle soluzioni, questa filiera ha bisogno dell’impegno di tutti i professionisti. L’università deve esserci perché siamo in condizione di dare risposte scientifiche. Grazie all’università la scienza va in mano a tutti e può essere trasmessa.
Il bello di questo impianto è la misura, piccolissima e che funziona, una biomassa ottenibile dai residui, come quelli del nocciolo. Numeri a portata di mano: 1,2 tonnellate per ettaro annuo, 1,5 l’ulivo, ma possiamo considerare le potature urbane, lo scarto delle aziende del legno, i boschi e la loro manutenzione. Il nostro ruolo è verificare una filiera valida per rendere compatibile questo progetto. L’università sarà utile anche al monitoraggio – ha concluso il docente – personalmente tengo a questo ambiente, il mio ambiente! Porterà positività anche nel mercato del lavoro, specie per chi lo perde ad età avanzata, è possibile fare impresa sociale, con una startup di lavoratori che si organizzano per raccogliere la materia prima da usare nella turbina. Facendo una best pratice con una ricetta che funziona ci sono delle ottime prospettive”.
Ogni tecnico presente ha sottolineato l’importanza del progetto con caratteristiche uniche, come quelle evidenziate da Ferruccio Pittaluga: l’investimento sul territorio che produce benessere su tutta la comunità, l’uso del primario forestale per una tecnologia così mirata, piccola, l’utilizzo del legno senza creare inquinamento e senza scarti, comprese le ceneri da usare come fertilizzanti.
Un focus particolare su un progetto glocal che porterà solo benefici al territorio, sia in termini ambientali che economici, ancora protagonista anche sabato mattina, quando la tavola rotonda moderata da Teresa Pierini ha messo intorno lo stesso tavolo i rappresentati dei Comuni di Rieti, assessore Giovanni Ludovisi, Terni, assessore Giorgio Armillei, accompagnato dall’architetto Aldo Tarquini, e Viterbo, con gli assessori Saraconi e Ricci. Con loro Tommaso Onofri, fine dicitore della sintesi del progetto, Giordano Ciglieri e Giovanni Piombo per Fincantieri, e i tecnici Marco Rosa-Clot e Ferruccio Pittaluga. Civiter era l’argomento principale, sposato ad un progetto che potrebbe portare solo benefici al territorio e alle amministrazione, basti pensare al riscaldamento di scuole e piscine.
“Abbiamo riconosciuto da subito l’importanza del legame dei territori sulla linea tirrenica che si sviluppa sulla E45 – ha precisato Armellei – dobbiamo potenziare le nostre relazioni e avviare progetti integrati che facciano nascere quest’area a potenziale integrazione”. Parole sposate anche da Ludovisi: “Pensando al progetto presentato oggi, sicuramente ci interessano progetti di economia circolare, in una rete tra coltivatori capace di recuperare vecchie culture. Credo che sia importante regolamentare i nostri linguaggi per creare modello unico e condiviso da tutti i Comuni Civiter”.
Progetto apprezzato da Ricci, lieto di essere presente: “Un ottimo modo per andare avanti è questo, un tavolo di professionisti che si concentrino su un progetto tecnologico al servizio della natura, coinvolgendo il mondo scientifico”. Anche per Raffaella Saraconi l’argomento è da condividere: “Stiamo parlando di energia per il territorio, per le scuole. Prestiamo molta attenzione alle periferie, stiamo facendo il massimo per le aree produttive ma va anche educata la popolazione a consumare bene utilizzando nuove tecnologie offerte da questo mondo inesplorato”.
Tanti incontri che hanno mostrato le possibili politiche di sviluppo territoriale integrato, proiettate sul corridoio Nord dell’area metropolitana romana, nella due giorni di lavori si sono evidenziati numerosi punti di contatto tra aziende, tecnologie e amministrazioni, che insieme possono definire percorsi e indicare la via.
Slofactory&Slofarm è ormai un progetto avviato, che ha potuto mostrare nella sua prima uscita un’enorme potenzialità su cui SLO, Sustainable Life Opportunity proseguirà a lavorare per il bene del territorio.
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