Castelnuovo di Farfa: mega impianto fotovoltaico

Sarebbe stata presentata alla Regione Lazio, lo scorso 4 dicembre, un’istanza autorizzativa per la realizzazione di un impianto fotovoltaico a Castelnuovo di Farfa, in località Cappella (Cornazzano).

Il progetto prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici posizionati a terra su un’estensione di 7.5 ettari (il terreno opzionato ha una superficie totale di 15 ettari ed è di proprietà privata) ed è stato presentato da una società romana.

L’area sulla quale dovrebbe essere realizzato l’impianto è classificata dal comune di Castelnuovo quale area agricola mentre l’intervento prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico “a terra” del tipo grid connected per la produzione di energia elettrica di potenza nominale pari a 3,6 MWp con produzione media annua di circa 5.652,00 MWh. Per il terreno sarebbe stato siglato un contratto di locazione per 25+5 anni, per un impegno economico di circa 2,7 milioni di euro.

Come ci hanno sottolineato alcuni operatori ed abitanti della zona, quell’area è un territorio ad alta vocazione agricola di grande pregio paesaggistico e classificata al PTPR come area di “Paesaggio agrario di valore”. Inoltre si trova a poca distanza dalla ZPS IT6020018 “Fiume Farfa (corso medio – alto)”, Zona di Protezione Speciale e dalla zona di nuova acquisizione regionale come “Monumento naturale Gole del Farfa” (Area Protetta Regionale EUAP1218).

Le Gole del Farfa sono state anche segnalate dal Ministero dell’agricoltura per essere inserite nel “Registro nazionale del paesaggio rurale”. Entrambe le aree protette distano circa 300 metri dall’area di progetto presentato rappresentando così un evidente elemento di contrasto paesaggistico nonché naturalistico per le specie esistenti nel territorio.

“Si ripropone di nuovo – evidenziano ancora gli abitanti del posto – una evidente contraddizione tra un impianto di energia rinnovabile e le superfici agricole. Installare un impianto fotovoltaico in zone coltivabili significa fare un passo indietro verso la politica ecosostenibile, poiché limiterebbe le zone fruibili per la produzione di prodotti alimentari. Da un giorno all’altro terreni destinati ad uso agricolo divengono zone industriali sulla base di presunte urgenze e utilità pubbliche mai reali, mai accertate”.