BIGLIOCCHI ALLA POLVERINI: LA SANITA' NON SI FA NEGLI UFFICI ROMANI

Paolo Bigliocchi

Egr.Presidente,
abuso del Suo tempo, se mai mi leggerà, per parlare con Lei dei grandi problemi che investono la Sanità regionale e della Provincia di Rieti spesso penalizzata per la scarsa presenza demografica e per lo scarso peso politico che questa comporta.

Ho letto con attenzione i suoi decreti commissariali, in particolare il 48 ed il 60, ed è difficile , mi creda, non valutarli come un ridimensionamento della Sanità pubblica nella nostra Regione.

Lei parla di razionalizzazione ed invece ci troviamo di fronte ad un razionamento, parla di riordino ma di tagli in realtà si tratta.
La prima cosa che viene in mente a chi da sempre vive la sanità è che è difficile, se non improbabile, parlare di nuova sanità senza prevedere una politica di investimenti contemporanei ai tagli.

Mi spiego.
Parlare di deospedalizzazione, tramite assistenza domiciliare ,è improponibile se non si procede alle assunzioni necessarie perchè questa possa funzionare.
Quello che si teme è che oggi vedremo i tagli ed un giorno, forse, gli investimenti.
In realtà mi aspettavo da lei un polso più fermo nei confronti del Governo e l’apertura di una vera vertenza a protezione dei territori.

Cosi non è stato e posso comprenderne la ragioni.
Alcune cose vorrei poterle segnalare.
Il Blocco delle assunzioni, in un settore delicato quale quello in questione, mette a repentaglio la possibilità di garantire maggiore qualità.
Oggi la medicina si sviluppa spesso in azioni da team ed appare difficile questo possa avvenire con contratti  a tempo determinato o tramite lavoro interinale.
La suddivisione in macroaree, prevista dal dca 48, è motivo di grande preoccupazione soprattutto se sarà sulle macroaree che si valuteranno gli indici.
Comprende sicuramente che accorpare Rieti con Viterbo, Roma e grandi strutture ospedaliere penalizzerebbe molto la nostra provincia ed esprimo un mio timore personale nel dire che questo potrebbe essere il primo passo per abolire la AUSL di Rieti.
Cosa, mi creda, inaccettabile per il territorio sia per la valenza specifica quanto per l’importante impatto che avrebbe sulla economia della Provincia.

La chiusura dell’Ospedale di Amatrice, sono d’accordo con quanto richiesto da quella amministrazione, il futuro assolutamente incerto della struttura di Magliano e quello della riabilitazione post-acuzie sono altre realtà che meriterebbero maggiore attenzione.
Senza escludere che anche il De lellis potrebbe avere serie difficoltà di crescita ed investimenti
Questa non è una mia malignità ma credo si possa cosi interpretare quel passaggio che dice che il cittadino deve essere curato in strutture regionali e non necessariamente nel luogo di residenza.
Credo, egr. Presidente, che continuare a trattare la sanità come una fabbrica non consentirà di dare ai cittadini servizi di qualità e questo non vuol dire che non ci siano, e ci siano stati , sprechi da combattere.

Se vuole anche le funzioni dell’agenzia regionale per la sanità sono sufficientemente inutili.
Ho letto di una non entusiastica accoglienza a Viterbo e so che nei prossimi giorni sarà ad Amatrice.
Spero Lei vorrà essere chiara e voglia dare il via ad una fase di confronto con i territori.
Mi creda la Sanità non si fa negli uffici romani ma si fa sul territorio in mezzo alla gente cercando di capirne le esigenze.
Rimanendo a  Sua disposizione.