Sindaco D’Alessandro: “Si parla di rinascita dei Borghi ma la Legge di Bilancio 2025 colpisce duramente i piccoli Comuni. Politica schizofrenica”

“Nel pieno rilancio della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), mentre si moltiplicano i proclami su coesione, inclusione e rinascita dei borghi, la Legge di Bilancio 2025 opera una serie di tagli strutturali che colpiscono duramente proprio quei territori che dovrebbero essere al centro della rigenerazione. È il segno di una politica contraddittoria e schizofrenica, in cui si parla di rilancio dei territori fragili ma si tagliano i mezzi minimi per garantirne la sopravvivenza amministrativa.
I FATTI: UN ATTACCO MIRATO AI PICCOLI COMUNI
Dai commi 784 a 811, la manovra introduce tagli profondi e sistematici:
Comma 796: taglio da 600 milioni di euro (200 milioni annui dal 2028 al 2030) ai contributi per investimenti in opere pubbliche per la sicurezza degli edifici e del territorio (medie opere).
Comma 798: definanziamento totale della linea dedicata ai comuni sotto i 1.000 abitanti istituita nel 2019 (piccole opere).
Comma 799: riduzione dei fondi per la progettazione degli enti locali: -200 milioni nel 2025, poi -100 milioni/anno fino al 2031.
Comma 801: abrogazione del fondo investimenti per i comuni previsto dalla legge di bilancio 2020.
Comma 802: taglio da 89,9 milioni di euro al fondo per la progettazione per la sicurezza degli edifici pubblici (2025–2027).
Comma 803: riduzione degli stanziamenti per la mobilità ciclistica tra il 2029 e il 2033.
 LE CONSEGUENZE: COMUNI MESSI IN GINOCCHIO
Questi tagli, per un valore complessivo superiore a 1,3 miliardi in 10 anni, colpiscono in modo particolare i piccoli comuni e le Aree Interne, minando la loro capacità di:
Garantire servizi essenziali (scuole, manutenzioni, reti idriche e stradali).
Partecipare ai bandi PNRR o FSC che richiedono co-finanziamento. Attivare progettualità, innovazione e reti locali. Rispettare standard minimi di sicurezza, accessibilità e vivibilità. Accogliere nuove famiglie o imprese, vanificando misure di ripopolamento. Il risultato? Isolamento amministrativo, desertificazione sociale, perdita di fiducia nelle istituzioni.
UN PARADOSSO ISTITUZIONALE
Mentre si moltiplicano le iniziative per “salvare i borghi”, la realtà delle norme di bilancio racconta un’altra storia: si tratta di una desertificazione programmata.
Tutto questo contraddice apertamente:
Gli obiettivi del PNRR, che richiedono capacità progettuale e coesione territoriale.
Le linee guida europee sullo sviluppo territoriale equilibrato.
I principi costituzionali di decentramento e autonomia locale.
UNA POLITICA DA ROVESCIARE: ORA!
È il momento di scegliere: o si riconosce ai piccoli comuni un ruolo strategico nel futuro del Paese, oppure si abbia il coraggio di abbandonare la retorica dei “presìdi territoriali” e dei “borghi da salvare”.
Il Comune di Castel di Tora chiede con forza:
1. Ripristino immediato del fondo da 58.000 € annui per i comuni sotto i 1.000 abitanti.
2. Un fondo di coesione strutturale, stabile e pluriennale per sostenere progettualità, amministrazione efficiente e investimenti di base.
3. Reale integrazione tra SNAI, PNRR e finanza locale, con risorse garantite e regole semplificate.
4. Rafforzamento del fondo per l’efficientamento energetico, portandolo almeno a 100.000 €, anche con meccanismi di cumulo tra comuni limitrofi.
 UNA QUESTIONE DI GIUSTIZIA TERRITORIALE
Difendere i piccoli Comuni non è una battaglia nostalgica. È una scelta strategica per un’Italia coesa, sostenibile, giusta. Un’Italia che non accetta di essere divisa tra città iperconnesse e aree abbandonate. I borghi non si salvano con i festival o gli spot istituzionali. Si salvano dando loro i mezzi per vivere, pianificare, progettare e costruire futuro e soprattutto con una vera strategia nazionale sulle aree interne”.
Così nella nota il sindaco  Cesarina D’Alessandro