“Siamo Ac.cento!”, iniziati i festeggiamenti per i 100 anni dell’Azione Cattolica Rieti

È stato presentato oggi, 18 giugno 2021, nella Sala degli Stemmi del Palazzo Papale, il ciclo di eventi pensati per festeggiare i cento anni dell’Azione Cattolica Diocesi di Rieti.

“Abbiamo deciso anche in questo periodo di pandemia di festeggiare i nostri cento anni, che partono dal 13 luglio 1921 – commenta la presidentessa dell’Azione Cattolica Rieti Fausta Tasselli – quando nella parrocchia di Sant’Eusanio fu fondata la prima Associazione di Gioventù Femminile. E’ una data simbolo, anche se ci sono eventi precedenti. Da quella data siamo partiti arrivando ad oggi, 2021. In questi cento anni ci sono state grandi persone che hanno messo a disposizione del Signore i propri pani e pesci, perché gratuitamente abbiamo ricevuto e gratuitamente dobbiamo dare. Vogliamo ringraziare – prosegue Fausta Tasselli – gli associazionisti, i sacerdoti, i religiosi e le religiose e i Vescovi, che hanno creduto in noi e nel ruolo del laicato sulla Terra.

C’è stato un passaggio tra generazioni e abbiamo una forte riconoscenza su chi ci ha preceduto, abbiamo raccolto delle sfide che dobbiamo portare avanti. Tante figure differenti, come Bachelet, ognuna per sentirci Chiesa. Chiediamo a San Francesco, già proclamato Patrono di AC nel 1916, di guardare la nostra terra reatina e di proteggerci. Lo slogan che abbiamo scelto è ‘Siamo Ac.cento!’, cento anni da ricordare per guardare avanti, e perché l’accento dà valore alle parole” – conclude Fausta Tasselli.

“Mi piace l’immagine utilizzata, ‘Siamo Ac.cento!’, perché l’Azione Cattolica in una accentuazione singolare dell’esperienza cristiana. Vorrei mettere in evidenza tre aspetti – commenta monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti: il primo è il protagonismo laicale, cosa non scontata. E’ un’esperienza che fa leva sulla capacità di essere laici, senza essere legati al Clero. Qui il laico è protagonista ed il sacerdote è lo spettatore. Laici non a ricasco di preti, ma in possesso di piena autonomia, laici che rappresentano il 95% del popolo credente. Il secondo aspetto è la dimensione comunitaria dell’Azione Cattolica. La tessera è personale, vero, ma segna l’appartenenza ad un gruppo, con una forte connotazione sociale. Si fa un’esperienza di chiesa non asfittica, ma stimolante e propositiva.

La terza accentuazione – prosegue il vescovo di Rieti – riguarda l’esperienza dell’AC proiettata sul piano sociale e politico, persone laiche, uomini e donne, che non stanno al chiuso, ma cercano di interagire anche con la società civile. Ad esempio la figura di Vittorio Bachelet, che ho avuto modo di conoscere personalmente attraverso la figura di suo fratello, padre Paolo, è un uomo segnato dalla dimensione ecclesiale, ma proiettato dentro la dimensione sociale. Queste tre caratteristiche nei prossimi cento anni saranno l’apertura verso un ulteriore traguardo, perché è necessario vivere seguendo un’idea e non un leader, tre accentuazioni da seguire e non mortificare” conclude il vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili.