Scuola, le proposte della UIL per contrastare il precariato

Il precariato del personale docente, negli ultimi anni, ha raggiunto numeri sempre più elevati, tanto da sfiorare per il prossimo anno scolastico la soglia dei 220mila: donne e uomini, professioniste e professionisti, che con un contratto ancora una volta a tempo determinato, rimangono in attesa di una presa di posizione da parte del Governo e della politica tutta, che sia decisa e scevra di ogni interpretazione arbitraria e ideologizzata, ponendo la parola fine al reiterarsi della condizione di precarietà, ingiustizia e disparità sociale.

Non si tratta di una sanatoria, ma di un percorso di formazione che parta dalla valorizzazione di ciò che è stato posto in essere con la firma di un contratto a tempo determinato e che dopo trentasei mesi, così come la Direttiva Europea 1999/70/CE indica, possa essere trasformato a tempo indeterminato.

Ci sembra del tutto fuori da ogni logica pensare che possa sussistere un’unica procedura di reclutamento e che questa possa limitarsi alla sola assunzione dopo l’espletamento di un concorso ordinario, selettivo e nozionistico che non valorizzi la professione svolta lungamente nella scuola.

La proposta della UIL Scuola per il personale docente a tempo determinato, che ha maturato tre annualità di insegnamento, è di prevedere un percorso di formazione della durata annuale che culmini con un esame, preceduto dall’assunzione a tempo indeterminato tramite una graduatoria per titoli e servizi corrispondente a ciascuna classe di concorso o posto nella scuola dell’infanzia, primaria e personale educativo.

Ci permettiamo dunque di suggerire di prevedere, auspicabilmente di concerto con le parti sociali, mediante l’istituzione di un tavolo tecnico, di un Decreto Legge ad hoc che possa immediatamente dare una risposta concreta di giustizia ed equità a migliaia di docenti in possesso dei requisiti e garantire, finalmente, la ripartenza del nuovo anno scolastico con l’organico completo in ogni scuola.

In sintesi, la nostra proposta per la risoluzione del precariato:
1. Una fase transitoria con un nuovo piano di reclutamento che preveda un corso-concorso per titoli e servizio per tutti coloro che vantano un’esperienza lavorativa di almeno tre annualità di servizio a tempo determinato, con formazione in itinere ed esame finale con assunzioni a tempo indeterminato.

2. Riforma del sistema di reclutamento prevedendo contratti a tempo determinato triennali, attraverso appositi percorsi formativi e di valutazione periodica e finale che ne prevedano la stabilizzazione alla fine dei tre anni. In questo modo si garantirebbe la continuità didattica, il superamento dello squilibrio territoriale tra domanda ed offerta di lavoro e un sistema di reclutamento finalmente in grado di rispettare i tempi della scuola.

3. Superamento della distinzione tra organico di diritto e di fatto, rendendo tutti i posti liberi e vacanti utili per l’assunzione a tempo indeterminato. Tra il personale docente, considerata la peculiare specificità giuridica, si collocano i docenti di religione cattolica che vanta di annoverare oltre 15.000 professioniste e professionisti, che da decenni, nonostante l’esistenza di una normativa speciale, rimangono nella condizione di precariato de facto.

Insegnanti di religione cattolica Grazie ai Patti Lateranensi prima e l’avallo costituzionale poi, l’insegnamento della religione cattolica e conseguentemente i docenti di religione cattolica fanno parte, seppur con le loro peculiarità, dell’organico dell’autonomia. Con la legge 186 del 2003, dopo oltre settant’anni dal primo Concordato e dopo circa vent’anni dalla Revisione concordataria, i docenti di religione cattolica hanno ottenuto uno stato giuridico, equiparandoli contrattualmente al resto del corpo docente usufruendo per la prima e, purtroppo, unica volta della possibilità di essere assunti a tempo indeterminato.

Non per 100% della disponibilità organica, bensì per il solo 70% e solo chi poteva vantare almeno quattro anni di incarico con il cinquanta per cento dell’orario cattedra. Moltissimi parteciparono, ma molti altri rimasero esclusi dalla procedura concorsuale riservata. Tra coloro che parteciparono molti, si stima circa 2.500 insegnanti risultati idonei concorsuali, non hanno ottenuto il contratto a tempo indeterminato, solo grazie all’art. 1bis comma 3 della legge 159/2019, dopo tredici anni di attesa dall’ultima assunzione dalle graduatorie di merito, solo il venticinque per cento di questi insegnanti ancora in servizio ha potuto finalmente stipulare un contratto a tempo indeterminato.

Ad oggi rimangono, circa 1.500 docenti che hanno superato il concorso del 2004, ancora in attesa. Accanto a questi docenti che possono vantare una carriera a tempo determinato di ben oltre venticinque anni, ci sono tutti quei docenti che hanno iniziato ad insegnare nella seconda metà degli anni Novanta con orario inferiore al cinquanta per cento dell’orario cattedra e tutti coloro che dall’anno 2.000 hanno iniziato con il loro primo incarico tutti in possesso dei titoli di qualificazione professionale stabiliti dall’Intesa CEI – Ministero dell’Istruzione.

L’organico presunto per il 2021/22 è di circa 24.400 posti totali, i docenti di religione a tempo indeterminato il primo settembre, al netto dei pensionamenti, saranno circa 10.400, dunque risultano ben 14.000 posti liberi occupati da una platea di oltre 15.000 docenti qualificati. Di questi 15.000 docenti, oltre 13.000 ha superato i trentasei mesi di servizio e oltre 10.000 hanno superato abbondantemente il decennio di servizio attivo. Docenti che ogni anno, il primo settembre, si vedono rinnovare un contratto a tempo determinato e ai quali però vengono riconosciuti sia la progressione economica che la fruizione di alcuni diritti in virtù della ricostruzione di carriera.

Non tutti i diritti ma solo alcuni: infatti, viene loro irragionevolmente negato il diritto ad un contratto a tempo indeterminato, trasformazione che per lo Stato non comporterebbe alcuna variazione di spesa, e che, anzi, con l’assunzione a tempo indeterminato di 13.000 docenti, potrebbe rappresentare un beneficio per lo Stato, quantificabile in un risparmio immediato tra i 20 e i 25 milioni di euro grazie al blocco e al ricalcolo della carriera.

L’assunzione a tempo indeterminato attraverso una procedura non selettiva, in quanto lo Stato non ha la prerogativa di verificare i contenuti specifici dell’insegnamento di religione cattolica, così come previsto dalla stessa legge 186/2003 e la valorizzazione dell’esperienza maturata nel corso degli anni, non solo porrebbe la parola fine all’abuso dei reiterati contratti a termine, ma rappresenterebbe una vera e propria valorizzazione di una categoria di docenti che da troppi anni si vede esclusa da un diritto sancito dalla stessa nostra Carta costituzionale: la stabilità lavorativa!

A tal fine, considerata anche la permanenza degli stessi docenti nella medesima sede di servizio e con una storicità contrattuale a tempo determinato nel medesimo ruolo di docenti di religione cattolica, ci permettiamo di suggerire l’urgenza di provvedere attraverso un dispositivo di legge, qual è il Decreto Legge, l’assunzione di 13.000 docenti di religione ad oggi in servizio nelle scuole del sistema di istruzione nazionale, tenendo conto dei seguenti fattori di gradualità e buona prassi:

1. Assunzione a tempo indeterminato in un triennio dei docenti idonei inseriti nelle graduatorie di merito del concorso 2004 bandito con decreto del Direttore Generale del Ministero dell’Istruzione del 2 febbraio 2004.

2. Concorso per titoli e servizio, distinto per i due settori infanzia/primaria e secondaria di primo e secondo grado, con esame finale al termine dell’anno di formazione e prova per i docenti di religione cattolica che hanno maturato almeno tre annualità di servizio nel sistema nazionale di istruzione di cui almeno uno nel sistema statale;

3. Aumento temporaneo in un triennio dell’organico previsto dall’art. 2 commi 1-3 della legge 186/2003 dal settanta per cento al novantuno per cento al fine di stabilizzare i docenti di religione con oltre trentasei mesi di servizio negli anni scolastici 2021/22-2023/24 e procedere, dopo l’espletamento del concorso straordinario di cui al punto 2, con un concorso ordinario per coloro i quali non hanno maturato le tre annualità al 31 agosto 2021. Tali procedure concorsuali dovranno tenere conto per i candidati del conseguimento dei titoli di qualificazione professionale stabiliti dall’Intesa del 14 dicembre 2020 tra il Presidente della CEI e il Ministro dell’Istruzione.

4. Istituzione di graduatorie a scorrimento, regionali su base diocesana, fino al loro totale svuotamento, dopo il triennio di applicazione del Decreto Legge e del relativo bando, delle graduatorie concorsuali non risultate esaurite dei concorsi di cui ai punti 1 e 2, per l’assunzione a tempo indeterminato nei posti annualmente liberi e vacanti nei limiti previsti dall’art. 2 commi 1-3 della legge 186/2003. Certi che le SS.LL. vorranno porre attenzione alla condizione lavorativa di questa particolare profilo docente, l’occasione è propizia per augurare buon lavoro.

Il Responsabile Nazionale UIL Scuola IRC Giuseppe Favilla
Il Segretario Generale UIL Scuola Giuseppe Turi