Santuario della Dea Vacuna a Montenero, al via la 6° campagna di scavi archeologici

L’indagine dell’Università Lyon 2, avviata nel 2019 in collaborazione col Comune di Montenero Sabino, ha già permesso di rinvenire un grande edificio con pavimenti a mosaico tra i più antichi del Lazio e numerosi materiali votivi

Riparte mercoledì 12 giugno la nuova campagna di scavo dell’Università Lyon 2 (F) sul sito del santuario romano della dea Vacuna a Montenero Sabino, in località Leone. La missione francese, giunta alla VI edizione, è realizzata grazie alla collaborazione con il Comune di Montenero Sabino e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti (funzionario responsabile dott.ssa Francesca Licordari).

Sei studenti del corso di laurea in archeologia, coordinati dal prof. Aldo Borlenghi, da Lucie Motta, Anne Schmitt, Kilian Blanc e Alexandre Rabot saranno impiegati sul sito e soggiorneranno nel piccolo borgo sabino fino all’8 luglio 2024.  La missione costituisce, infatti, uno dei cantieri-scuola internazionali dell’università di Lione. Fondamentale nello studio risulterà, inoltre, l’apporto del ricercatore topografo Andrea Angelini del CNR-ISPC e dell’archeologo Federico Giletti.

L’indagine dedicata al santuario dedicato a Vacuna, dea identitaria del popolo sabino, è stata avviata nel 2019 sulla base di alcuni rinvenimenti – taluni risalenti al secolo scorso – tra i quali spicca il cippo inscritto con dedica alla divinità sabina ad oggi visibile presso il cinquecentesco Palazzo Bonacasata di via Roma. Nelle scorse campagne, a conferma dell’intuizione iniziale, sono venuti poi alla luce degli ex-voto anatomici in terracotta e altri materiali votivi. Attualmente, gli studi sulle terrazze di Leone costituiscono le uniche indagini archeologiche in atto nella provincia di Rieti su un luogo di culto dedicato a questa divinità.

La superficie di circa 1000 m2 risulta essere occupata già a partire dal III secolo a.C. Al centro della terrazza, è ancora ben visibile un grande edificio a più ambienti di età tardo-repubblicana con pavimenti a mosaico in eccezionale stato di conservazione, tra i più antichi del Lazio. Un luogo di culto pagano abbandonato e poi occupato dalla Chiesa di San Giovanni in Leone, come dimostrano alcune fonti medievali e la quindicina di tombe emerse e datate – grazie alle analisi al C14 – attorno all’anno 1000.

Gli studi dei prossimi giorni si concentreranno sul grande edificio repubblicano per individuarne l’estensione e la pianta completa oltre che per metterne in luce i pavimenti a mosaico. I materiali, come la ceramica e le monete, consentiranno di avere nuove e più precise informazioni sulla funzione e la cronologia delle strutture. Al termine dello scavo, come di consueto, i risultati verranno presentati nel corso di una giornata a porte aperte.

“Siamo pronti ad accogliere con entusiasmo e rinnovato interesse, come amministrazione e come comunità, quello che per noi è diventato ormai un appuntamento cruciale – afferma la sindaca Lavinia De Cola – seguiamo con attenzione l’evolversi della ricerca in loco, tanto importante sotto più punti di vista: storico, sociale, identitario”- ha aggiunto la prima cittadina.