Reate Festival, chiusura di un cerchio perfetto con Alessandro Quarta e l’Ensemble Reate Festival Baroque


Secondo la bellezza dei sensi, un punto d’inizio coincide sempre con un punto finale, un cerchio perfetto che collegandosi, rende armonioso tutto ciò che contiene.

Questo è quello che è accaduto in questa XI° edizione del Reate Festival che ieri 17 novembre 2019 ha chiuso il suo cerchio con L’Oratorio romano del Seicento.
Nella chiesa di San Giorgio, gremita di persone, erano presenti le autorità più importanti insieme alla preziosissima partecipazione di Gianni Letta che ha voluto ricordare i tempi dove, Bruno Cagli, fondò il Reate festival tramutando in musica il suo pensiero e la sua grande passione per il bel canto, organizzando concerti che andavano a valorizzare il magnifico teatro Vespasiano e la città di Rieti.
Letta ho voluto sottolineare anche un particolare ringraziamento alla presente Lucia Bonifaci, sovrintendente del Reate Festival che da sempre sostiene e crede in questo progetto.

Commoventi e delicate le parole che sono state espresse nel ricordo, aprendo cosi il concerto proprio alla memoria del fondatore ad un anno dalla sua scomparsa.

Coinvolgimento per lo spirito e l’anima senza eguali anche questa volta, così come in apertura del Festival, il M° Alessandro Quarta ha portato il pubblico sulla soglia della sua visione musicale. Pur essendo tutto l’oratorio in un teatro solo immaginario, senza scene, il Maestro è riuscito a far percepire la bellezza di un così pregiato repertorio come quello scelto di Scarlatti, Pasquini ed Handel.

Sotto la direzione del M° Quarta, un vero e proprio splendore di pregiata armonia e raffinata espressività è stata tutta l’orchestra Reate Festial Baroque Ensemble, nota di merito va senza dubbio al primo violino Gabriele Pro, per un’interpretazione di grande capacità espressiva.

Particolarmente apprezzata dal pubblico e di una bellezza delicata, l’aria di Scarlatti “Dormi o fulmine di guerra” interpretata dal mezzosoprano Chiara Brunello, una voce vellutata e corposa in un dialogo con gli archi che hanno pulsato all’unisono come fosse un respiro.

Un’interpretazione compatta nei corali che ha, ancora una volta, sottolineato le grandi capacità interpretative già ascoltate nell’Empio Punito, con la voce espressiva e cristallina di Sabrina Cortese – Soprano, di Carlotta Colombo – Soprano acuta e chiara, di Luca Cervoni – Tenore dotato di particolare virtuosismo ed una voce dalle sfumature antiche ed infine la voce corposa ed ombrosa con un timbro pulito di Giacomo Nanni – Basso.

Scarlatti e Pasquini, con arie e recitativi strabilianti, hanno aperto il concerto in questo quadro di toccante bellezza, lasciando il pubblico meravigliato e stupito di una cosi alta qualità artistica. In chiusura, ha avvolto in un consolato ricordo, uno dei capolavori più spirituali di Händel, l’Oratorio composto a Roma, “La resurrezione”.

Un oratorio sacro commissionato dal Marchese Ruspoli, composto da Händel su libretto di Carlo Sigismondo Capece e presentato a Roma l’8 aprile 1708 nella giornata di Pasqua. Per la prima è stata utilizzata un’ampia orchestra e gli archi furono diretti da Arcangelo Corelli in persona. I protagonisti furono: María Magdalena e María Cleofás che insieme a San Giovanni, piansero la morte di Gesù pur nutrendo la speranza della resurrezione; l’Angelo che annuncia la resurrezione e, cosa curiosa ma tipica dell’epoca, Lucifero rappresentato da un Basso, ombroso, scuro e sdegnato per il suo fallimento.
Una successione di arie e recitativi di notevole fascino e solennità diretti maestosamente dal M°Quarta.

Senza dubbio alcuno, questa XI° edizione del Reate Festival è stata curata nei minimi dettagli con una ricerca incessante di musicisti emergenti e con scenografie fuori dagli schemi, con programmi arditi ma splendidamente riusciti.

Tempi antichi mescolati ai nostri giorni hanno reso questi concerti attimi senza tempo, catturando l’essenza della cultura e regalando, ancora una volta alla città di Rieti, degli eventi incantevoli, capaci di sorprendere ed elevare l’animo. Sonia De Santis